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Traduttori freelance: aumentano le adesioni al regime forfettario

Sono sempre di più i traduttori freelance che per la loro attività professionale individuano nel Regime Forfettario un’opzione fiscale vantaggiosa

Questo regime agevolato, destinato a operatori di ridotte dimensioni o a chiunque operi attività artistiche, d’impresa o professionali in forma individuale, si è rivelato particolarmente indicato anche ai lavoratori attivi nel campo delle traduzioni, proprio per questo, sono diversi i professionisti che, in seguito all’apertura della Partita IVA, scelgono di aderire a questo regime di vantaggio.

È importante specificare che, dall’anno della sua istituzione, il 2015, il regime forfettario è stato oggetto di numerose modifiche, fino alla formula attuale, definita dalla Legge di Bilancio 2020. Per queste ragioni, oggi, prima di aprire una partita IVA o aderire al Regime Forfettario, è importante avvalersi del parere di un professionista, un esperto che possa guidare sia nelle fasi iniziali sia nella successiva gestione contabile.

Tra i servizi più interessanti, quello completamente online offerto dall’esperto del settore tributario e fiscale Giampiero Teresi, che ha anche stilato una guida dettagliata che permette di capire come funziona il forfettario per traduttore e quali siano i requisiti per accedervi.

La normativa, infatti, richiede che i traduttori freelance, così come tutti gli altri liberi professionisti intenzionati ad accedere a questo regime fiscale, soddisfino una serie di requisiti, il primo dei quali è il limite sui ricavi nell’anno precedente, fissato a 65.000 euro. Allo stesso tempo, la legge stabilisce che, nel medesimo arco temporale, per quanto riguarda i compensi a collaboratori e dipendenti e le spese relative ai beni strumentali, il tetto massimo è fissato a 20.000 euro lordi.

Fonte foto: https://www.pexels.com/it-it/foto/scritto-a-mano-mani-donna-mano-7054412/

Tutti i vantaggi del Regime Forfettario per traduttori

Le valutazioni che oggi spingono i traduttori freelance ad adottare il regime forfettario sono tutte riconducibili a una serie di importanti agevolazioni relative sia al carico fiscale sia alle questioni contabili.

Nella fattispecie, chi aderisce al regime forfettario può beneficiare di un’imposta sostitutiva ridotta rispetto all’aliquota IRPEF, nella misura del 15%, per quanto riguarda l’aliquota ordinaria, e del 5% per le nuove attività (a patto che rispondano a determinati requisiti), che si applicano sulla base imponibile.

Nello specifico, nel Regime Forfettario la base imponibile viene calcolata applicando, al totale dei ricavi, un Coefficiente di Redditività, che per i traduttori la normativa impone pari al 78%, determinando un valore molto importante anche per quanto riguarda i contributi previdenziali INPS. Nello specifico, i traduttori freelance, in quanto professionisti senza un Albo Professionale, possono aderire alla Gestione Separata INPS, questo significa che dovranno pagare i contributi previdenziali in relazione al loro reddito lordo, in particolare il 25,72% della base imponibile e senza alcun tipo di costo fisso, un’opzione molto vantaggiosa soprattutto in presenza di attività dal fatturato non elevato.

Regime Forfettario e semplificazioni IVA

Tra gli altri motivi che spingono i traduttori freelance ad aderire a questo regime di vantaggio, ci sono anche le semplificazioni IVA. I liberi professionisti aderenti al regime forfettario sono infatti esonerati dalla tenuta dei libri contabili, dei registi e dagli adempimenti IVA, con la possibilità di sottrarre dagli importi fattura l’aliquota relativa all’imposta sul valore aggiunto ed essere più competitivi sul mercato.

A tutto ciò si aggiunge il fatto che i contribuenti del Regime Forfettario non sono soggetti alla ritenuta d’acconto sui compensi, che possono quindi essere incassati senza la trattenuta del 20%.

In poche parole, si può asserire che il regime forfettario sia attualmente la scelta favorita di quei traduttori freelance che, per la loro professione, non debbano sostenere costi elevati – costi che sarebbero deducibili fiscalmente nel regime ordinario – o non abbiano eccessive spese da dedurre, in quanto i costi forfettari sono determinati a monte dall’applicazione del Coefficiente di Redditività.

In ogni caso, la consulenza di un commercialista esperto è il modo migliore per valutare tutte le variabili in gioco e per capire, al variare dei casi, se il regime forfettario sia la scelta più conveniente.

Redazione

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