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Ti licenzi? Ti devono pagare anche le ferie non godute: è tutto vero, lo dicono Cassazione e Corte di Giustizia UE

Un prezioso “omaggio” in busta paga potrebbe rivoluzionare i programmi di vacanza di alcuni lavoratori…

Quando si discorre di ferie, si è soliti concentrarsi principalmente sull’idea di relax e sull’attesa e meritata pausa. Tuttavia, esiste una dimensione più complessa che merita di essere analizzata in dettaglio.

Risulta infatti che, a conclusione del rapporto di lavoro, non si estingua il diritto alle ferie non godute, secondo principi stabiliti dalla Corte di Cassazione e dalla Corte di Giustizia Europea.

Le ferie retribuite, infatti, costituiscono un diritto fondamentale e non rappresentano un semplice beneficio concesso dal datore di lavoro.

La legge offre in questo senso protezione ai lavoratori anche in caso di dimissioni, assicurando loro un’indennità per i giorni di riposo non fruiti,invitando cosí le aziende a garantire il rispetto dei diritti dei propri dipendenti.

Il nocciolo della questione

Il sistema delle ferie non godute è più intricato di quanto possa apparire, in quanto comprende diritti da salvaguardare e obblighi che il datore di lavoro è tenuto a rispettare. In effetti, vi è un “dietro le quinte” che pochi conoscono.

Le ferie retribuite, fortemente apprezzate dai lavoratori, non sono soltanto un momento di svago, ma rappresentano un diritto costituzionale. Come anticipato, non si tratta semplicemente di un favore concesso: si configura come un elemento tutelato dalla legge, il cui scopo è garantire il benessere del dipendente. Ogni periodo di vacanza non goduto può pertanto comportare un potenziale rimborso. Ebbene sì, si tratta di una questione di rilevante importanza. Tuttavia, la realtà appare spesso più complessa. Non sempre i dipendenti hanno l’opportunità di usufruire delle ferie. Cosa accade quindi in tali circostanze?

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Cosa dice la Cassazione

Le recenti pronunce giurisprudenziali hanno chiarito un concetto di grande rilevanza per molti lavoratori. La Corte di Cassazione, con una decisione emessa nel novembre 2023, ha stabilito che le dimissioni non comportano automaticamente la rinuncia all’indennità relativa alle ferie non godute. In altre parole, dimettersi non implica dire addio a quei giorni di ferie “non sfruttati” accumulati nel corso degli anni. Questo principio è volto a garantire un trattamento equo per il lavoratore anche in corrispondenza della conclusione di un percorso professionale.

Inoltre, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è espressa in termini chiari. Qualora le ferie non vengano godute, il lavoratore ha diritto a un’indennità. Chiaramente, ciò è valido indipendentemente dal modo in cui si conclude il rapporto di lavoro. Tuttavia, è responsabilità del datore di lavoro garantire che il dipendente abbia l’opportunità di fruire del periodo di riposo. Qualora ciò non avvenga, non è corretto perdere i diritti maturati senza giustificato motivo.

Roberto Toob

Capace di trasformare concetti complessi in contenuti chiari e accessibili, adatti a un pubblico variegato.

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