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La TARI, tutto quello che c’è da sapere sulla tassa dei rifiuti

La TARI è una tassa utile a finanziare il servizio per raccolta e smaltimento dei rifiuti. Vediamo in dettaglio quello che c’è da sapere su questa imposta comunale.

La TARI è l’imposta sui rifiuti necessaria a finanziare tutti i costi per la raccolta e lo smaltimento comunale dei rifiuti. Normalmente deve essere pagata da tutti coloro che possiedono locali o aree che possono produrre rifiuti. Inoltre questa tassa contribuisce a formare l’imposta unica comunale, formata anche da IMU e TASI.

Ma cerchiamo di capire come funziona e come calcolare la TARI.

TARI: cos’è e come funziona

Come abbiamo anticipato la TARI è un delle tasse che compongono l’imposta unica comunale e serve per finanziare raccolta e smaltimento rifiuti. Questa tassa è stata introdotta nel 2013 grazie alla legge di stabilità ed ha sostituito le precedenti tasse che i cittadini devono versare al proprio Comune. Nello specifico la TARI ha perso il posto della TARES e, proprio per questo ne mantiene alcune caratteristiche.

In ogni caso il presupposto su cui si basa la TARI è il possesso di locali o aree scoperte che, a prescindere dall’uso che ne si fa, producono rifiuti urbani. Generalmente sono escluse dalla TARI tutte le aree di pertinenza e comuni del condominio. Sono quindi escluse tutte quelle zone che non possono essere utilizzate e che non sono interessate delle funzioni della nettezza urbana.

Al contrario sono compresi i box auto e i giardini, ma non cantine, locali di sgombero, posti auto scoperti o scale di accesso. Infine la TARI comprende tutte le aree utilizzate per attività economiche, come per esempio il cortile di una fabbrica. Sono però i Comuni a determinare le tariffe, tenendo conto della superficie e della quantità dei rifiuti prodotti.

Perciò possiamo dire che la TARI deve essere versata da tutti quei soggetti che possiedono, detengono o utilizzano un dato immobile. Nel caso di detenzione breve dell’immobile, con una durata non superiore a sei mesi, la tassa non è dovuta dall’utilizzatore ma resta esclusivamente a carico del proprietario o titolare dell’abitazione o superficie.

Fonte foto: https://www.pexels.com/photo/photo-of-plastic-bottles-2547565/

Infine chiunque occupi un immobile, è tenuto, entro il 20 gennaio dell’anno seguente a quello di occupazione, a darne comunicazione all’ufficio tributi del Comune. Per farlo basta compilare un modulo appositamente predisposto.

Calcolare la TARI

Per poter calcolare nel modo giusto la TARI è necessario avere chiaro il suo principio fondamentale, ovvero che chi inquina paga. Questo significa che ogni Comune calcolerà la propria imposta in base a:

  • costo del servizio di nettezza urbana
  • quantità media di rifiuti
  • qualità e dimensione media dei rifiuti

In pratica possiamo dire che viene considerata tassabile tutta la superficie calpestabile dei locali immobiliari, che però devono essere registrati o registrabili al catasto urbano. Inoltre bisogna tenere presente che la TARI va versata in base ad una tariffa commisurata ad anno solare.

Scadenze e modalità di pagamento

Per quanto riguarda scadenze e modalità di pagamento possiamo dire che ogni Comune impone le sue date ma, in generale, sono previste due rate, una ogni sei mesi. Inoltre nella maggior parte dei casi i versamenti relativi alla TARI sono tre:

  • un primo acconto ad aprile
  • il secondo acconto a luglio
  • il saldo entro la fine dell’anno

Allo stesso modo anche le modalità di pagamento sono diverse in base al Comune ma i metodi più utilizzati sono sicuramente modello F24, bollettino postale o tramite MAV. Nel caso di F24 ricordiamo che il codice tributo da utilizzare è 3944, nella sezione IMU e altri tributi locali.

Fonte foto:
https://www.pexels.com/photo/photo-of-plastic-bottles-2547565/

Davide Marroccoli

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