
La trasformazione dello SPID: da servizio gratuito a possibile abbonamento(www.economiafinanzaonline.it)
Una svolta significativa nel panorama dell’identità digitale italiana è ormai imminente: lo SPID rischia di cambiare volto drasticamente.
Tra le ipotesi sul tavolo, la possibilità che il servizio diventi a pagamento o addirittura venga progressivamente dismesso a favore della Carta d’identità elettronica (CIE), che potrebbe diventare l’unico metodo di accesso digitale.
Da anni lo SPID rappresenta la chiave digitale per interagire con la Pubblica Amministrazione tramite applicazioni, PIN e credenziali personalizzate. Tuttavia, il sistema è gestito da fornitori privati convenzionati, finanziati con risorse pubbliche. Fino ad oggi il servizio è stato garantito gratuitamente, ma la situazione sta cambiando. Secondo fonti governative e operatori del settore, a partire da luglio 2025 alcuni provider potrebbero cominciare a richiedere un canone annuale agli utenti, segnando la fine dell’era della gratuità.
Il nodo cruciale riguarda i fondi promessi dal governo agli “identity provider”. Nel corso degli ultimi anni, infatti, sono stati stanziati circa 40 milioni di euro per sostenere i costi di mantenimento e gestione dello SPID. Tuttavia, come ha denunciato Andrea Sassetti, presidente di Assocertificatori – l’associazione che riunisce i principali fornitori – questa somma non è mai stata erogata. “Abbiamo perso milioni di euro in questi otto anni di servizio,” ha dichiarato Sassetti, spiegando che alcuni operatori hanno già deciso di trasformare lo SPID in un servizio a pagamento, riservando la gratuità solo al primo anno di utilizzo.
Il ruolo crescente della Carta d’Identità Elettronica (CIE)
Parallelamente all’incertezza che avvolge il futuro dello SPID, cresce l’importanza della Carta d’identità elettronica come possibile alternativa. Gestita direttamente dallo Stato, la CIE si presenta come uno strumento più sicuro e facile da utilizzare, secondo i dati raccolti da un recente sondaggio dell’istituto SWG. Sebbene ancora meno diffusa rispetto allo SPID, la sua adozione è in lenta ma costante crescita.
La CIE potrebbe diventare l’unica modalità di accesso ai servizi digitali pubblici, sostituendo così lo SPID. Questo passaggio rappresenta un cambiamento rilevante nella strategia digitale italiana, che punta a semplificare e centralizzare gli strumenti di autenticazione. Dal punto di vista degli utenti, la CIE viene valutata positivamente per la sua praticità e per il minor impatto burocratico nel processo di acquisizione rispetto allo SPID.

Secondo l’indagine SWG, circa l’80% degli italiani che utilizzano lo SPID sono pronti a rinunciarvi qualora dovessero essere introdotti costi per il servizio. La maggior parte infatti cercherebbe soluzioni alternative per evitare spese aggiuntive. Nonostante ciò, lo SPID resta il sistema di autenticazione digitale più diffuso, con un tasso di utilizzo regolare superiore al 60% tra i suoi possessori, mentre la CIE continua a guadagnare terreno.
L’identità digitale si conferma uno strumento imprescindibile per accedere a pratiche, certificati e servizi online della PA, trasformando profondamente il rapporto tra cittadini e istituzioni. Oltre a SPID e CIE, anche la Carta nazionale/regionale dei servizi (CNS) contribuisce a facilitare l’accesso ai canali digitali pubblici.
Gli italiani si mostrano inoltre favorevoli a un uso sempre più esteso dell’identità digitale, immaginandola come possibile sostituto dei documenti cartacei tradizionali e come strumento abilitante per nuove modalità di partecipazione civica, come il voto elettronico. Questa evoluzione, sebbene ancora in fase di definizione, testimonia la crescente centralità della digitalizzazione nei processi amministrativi e nella vita quotidiana dei cittadini.
Il futuro del sistema di autenticazione digitale italiano appare dunque in una fase di transizione cruciale, con il governo impegnato a definire nuovi equilibri tra costi, sicurezza e accessibilità dei servizi pubblici digitali. La scelta tra mantenere uno SPID gratuito, trasformarlo in un servizio a pagamento o puntare tutto sulla CIE rappresenterà un passaggio fondamentale per la digitalizzazione del Paese.