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Smart working: dal 1° aprile 2022 cambiano le regole

La data del 1° aprile 2022 porterà la fine dell’emergenza sanitaria e il ritorno in ufficio per molti lavoratori. Ecco come cambia lo smart working.

Dal 1° aprile 2022 termina l’emergenza sanitaria e molti lavoratori torneranno in presenza. Lo smart working non verrà, però, cancellato, ma cambiano le regole. Una corsia preferenziale è prevista, inoltre, per i soggetti fragili. Insieme alle regole ordinarie in materia di lavoro agile ci sarà da tenere in considerazione quanto previsto dal Protocollo sulla regolamentazione dello smart working. Nell’articolo trovate tutte le informazioni utili.

smart working

Smart working: l’accordo individuale

Dal 1° aprile 2022 con la fine dello stato di emergenza lo smart working non sarà più obbligatorio. Sarà possibile ottenerlo previa richiesta e accordo tra datore di lavoro e dipendente. Ecco cosa dovrà contenere l’accordo:

  • la durata (a termine o a tempo indeterminato);
  • l’alternanza tra i periodi di lavoro dentro e fuori l’azienda;
  • i luoghi eventualmente esclusi per lo svolgimento del lavoro agile;
  • gli aspetti relativi all’esecuzione dello smart working e le condotte sanzionate;
  • gli strumenti di lavoro;
  • i tempi di riposo e le misure adottate per assicurare la disconnessione;
  • le forme e le modalità di controllo, nel rispetto della privacy;
  • l’attività formativa necessaria;
  • le forme e le modalità di esercizio dei diritti sindacali.

Smart working: soggetti fragili

Il nuovo Protocollo mostra un’attenzione particolare ai soggetti fragili. Così recita l’articolo 10: “le Parti sociali si impegnano a facilitare l’accesso al lavoro agile per i lavoratori in condizioni di fragilità e di disabilità, anche nella prospettiva di utilizzare tale modalità di lavoro come misura di accomodamento ragionevole”.

Smart working: verso la semplificazione burocratica

L’accordo, dal 1° aprile 2022, dovrà nuovamente essere trasmesso in via telematica al Ministero del Lavoro. Il Governo sta lavorando per alleggerire la burocrazia in materia; se dovesse passare la richiesta, il pdf non dovrebbe più essere inviato ma l’accordo individuale sempre redatto. In questo caso l’azienda dovrà comunicare al Ministero i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e fine dello smart working. Notizie chiare si avranno con un apposito decreto ministeriale.

Viviana Calabria

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