
L’allarme airbag Takata- Economiafinanzaonline.it
Mentre molti automobilisti si sono messi in viaggio, é stato introdotto un divieto di circolazione per i veicoli con airbag Takata difettosi.
La decisione, attesa da anni e rimandata più volte, è ora realtà e comporta conseguenze significative per chi attraversa il confine francese al volante di una vettura che monti questo tipo di dispositivo di sicurezza.
Le autorità francesi hanno ufficializzato un divieto di circolazione per circa 1,7 milioni di veicoli equipaggiati con airbag prodotti da Takata, un provvedimento che impone ai costruttori di completare le riparazioni entro due settimane dalla segnalazione e di offrire un mezzo sostitutivo se la riparazione dura più di 15 giorni. Il mancato rispetto di queste tempistiche comporta sanzioni severe.
Per i conducenti italiani e di altri Paesi europei, la normativa francese rappresenta un segnale chiaro: prima di avventurarsi oltreconfine, è indispensabile verificare se il proprio veicolo rientra tra quelli coinvolti. È disponibile una sezione dedicata sul sito del Ministero dell’Ecologia francese, accessibile pubblicamente, che consente di consultare l’elenco dei modelli e dei marchi interessati, suddivisi per anni di produzione. Per avviare la verifica è necessario inserire il numero di telaio (VIN), un codice alfanumerico di 17 caratteri presente sul libretto di circolazione, sul parabrezza o nell’area personale del sito del costruttore.
La questione Takata: un problema globale da oltre un decennio
Il caso degli airbag difettosi Takata risale al 2014, quando è emerso un grave difetto nei dispositivi di sicurezza prodotti dalla multinazionale giapponese. Il problema principale è legato all’uso del nitrato d’ammonio, un propellente meno stabile rispetto al tetrazolo, che con il tempo e in presenza di umidità può provocare esplosioni incontrollate dell’airbag. Questo difetto provoca il rilascio di frammenti metallici nell’abitacolo, con conseguenze spesso letali per gli occupanti del veicolo.
Nel corso degli anni, a seguito di numerosi incidenti e vittime, sono stati emessi milioni di richiami a livello globale, compresi oltre 42 milioni di veicoli negli Stati Uniti, il più grande richiamo della storia automobilistica americana. La Takata Corporation, fondata in Giappone nel 1933, è stata costretta nel 2017 a dichiarare bancarotta a causa dell’enorme impatto economico e reputazionale derivante dalla crisi degli airbag.
Nel nostro paese, la gestione degli interventi è stata più frammentata, con i costruttori che hanno adottato approcci variabili, da avvisi postali a controlli su richiesta, senza un sistema centralizzato facilmente accessibile ai consumatori.

Sono oltre 30 i marchi coinvolti nel richiamo per airbag Takata difettosi, con modelli prodotti fino al 2017 o poco oltre. Tra i più diffusi nel mercato italiano si segnalano:
- Citroën C3 e DS3 (2009–2019)
- Opel Astra, Meriva, Zafira
- Ford Mondeo, S-Max, Galaxy, Mustang
- Seat Ibiza, Leon, Alhambra
- Audi A3, A4, Q5
- Volkswagen Golf, Polo, Passat
- BMW Serie 1, 3, 5, X1, X3, X5
- Fiat, Peugeot, Mercedes-Benz, Toyota, Nissan, Honda, Jaguar, Land Rover, Tesla Model S
L’elenco completo comprende anche marchi meno diffusi in Italia come Cadillac, Saab, Daihatsu, e modelli di lusso come Ferrari, coinvolta con alcune serie prodotte tra il 2008 e il 2018.
Il richiamo riguarda quindi una fetta rilevante del parco circolante europeo, con vetture che quotidianamente transitano nelle strade urbane e extraurbane, e anche sulle autostrade verso la Francia.
Cosa fare se si possiede un veicolo con airbag Takata
Chiunque possieda un veicolo potenzialmente coinvolto deve effettuare un controllo tecnico urgente. Le Case automobilistiche hanno programmato campagne di richiamo gratuite per la sostituzione o la riparazione degli airbag difettosi, ma il rischio è che molti automobilisti guidino ancora inconsapevoli del pericolo.
In Francia, il mancato adeguamento alle disposizioni comporta il fermo del veicolo e possibili multe. In Italia, pur non essendo previsti blocchi ufficiali, la pressione sulle officine e la difficoltà nel reperire i pezzi possono causare lunghe attese e impedimenti all’uso del mezzo.
Il passo fondamentale è consultare il sito istituzionale francese o i portali ufficiali dei costruttori per verificare con il numero di telaio se il proprio veicolo è interessato. In caso positivo, occorre contattare il concessionario per prenotare l’intervento di riparazione gratuita.