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Controlla se il tuo cellulare è nella lista dei telefoni peggiori a causa delle radiazioni: a cosa fare attenzione con questi smartphone.
L’uso quotidiano degli smartphone comporta inevitabilmente un’esposizione a radiazioni a radiofrequenza (RFR), una componente essenziale per il funzionamento di questi dispositivi ma che suscita spesso preoccupazioni riguardo alla salute umana.
Nonostante tutte le apparecchiature vendute in Europa e negli Stati Uniti rispettino limiti di emissione stabiliti dalle normative (fino a 2 W/kg nell’Unione Europea e 1,6 W/kg negli Stati Uniti), esistono differenze significative tra i vari modelli in termini di livelli di radiazioni.
Radiazioni degli smartphone: le normative e i rischi reali per la salute
Quando si affronta il tema delle radiazioni emesse dagli smartphone, è fondamentale affidarsi a dati scientifici aggiornati e certificati. Ogni telefono, infatti, emette radiazioni durante le chiamate o la navigazione internet, ma tali emissioni devono restare entro parametri di sicurezza rigorosi. In questo contesto, organismi come il Bundesamt für Strahlenschutz, l’ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni, monitorano costantemente le emissioni di diversi modelli, stilando classifiche che evidenziano come non tutti gli smartphone siano uguali.
È importante sottolineare che, secondo una vasta revisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha analizzato decine di studi condotti dal 1994 al 2022, non esistono evidenze scientifiche che colleghino l’esposizione alle radiazioni degli smartphone all’insorgenza di tumori al cervello o altre patologie oncologiche correlate. Anche dopo un uso prolungato per oltre dieci anni, il rischio non aumenta. Tuttavia, rimane essenziale adottare un utilizzo responsabile del dispositivo, come evitare di dormire con il telefono acceso vicino al corpo e preferire l’uso di auricolari o vivavoce durante le chiamate per minimizzare l’esposizione.
Il parametro più utilizzato per quantificare l’esposizione alle radiazioni è il SAR (Specific Absorption Rate), che misura la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano durante l’uso del dispositivo, espressa in watt per chilogrammo (W/kg). Un valore SAR più basso significa minore esposizione e, di conseguenza, un impatto ridotto. Secondo i dati più recenti forniti da Bodywell e confermati da controlli ufficiali, il modello con il valore SAR più alto sul mercato è il Motorola Edge, con un indice di 1,79 W/kg. Questo valore supera il limite consentito negli Stati Uniti, ma è comunque all’interno della soglia europea.

Seguono nella classifica dispositivi molto diffusi come il ZTE Axon 11 5G (1,59 W/kg) e il OnePlus 6T (1,55 W/kg). Anche Samsung è ben rappresentata, con quattro modelli presenti: Galaxy A13 (1,27 W/kg), Galaxy S24 Ultra (1,26 W/kg), Galaxy S24 (1,23 W/kg) e Galaxy S22 Plus (1,19 W/kg). Tra gli smartphone Apple, figurano l’iPhone 13 Pro (1,20 W/kg) e l’iPhone 13 Mini (1,19 W/kg), seguiti dal Google Pixel 7a (1,20 W/kg). È fondamentale precisare che, nonostante queste differenze, tutti i dispositivi rispettano le normative vigenti e l’uso di uno smartphone con un indice SAR più elevato non implica necessariamente un rischio immediato per la salute.
Le radiazioni emesse da uno smartphone sono il risultato dei campi elettromagnetici ad alta frequenza necessari alla comunicazione mobile. Questi campi sono più intensi quando il telefono è vicino all’orecchio durante una chiamata, ma anche quando il dispositivo è in tasca o nella borsa, il corpo umano è comunque esposto a una certa quantità di radiazioni. La misurazione delle radiazioni viene effettuata tramite test scientifici che calcolano il valore SAR, esprimendo la quantità di energia elettromagnetica assorbita in watt per chilogrammo (W/kg). La soglia massima di emissione consentita è stata fissata a 2 W/kg per gli smartphone dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) sin dal 1998, per garantire la tutela del consumatore.
Nonostante le rassicurazioni, alcuni casi recenti hanno sollevato attenzione, come il ritiro dell’iPhone 12 dal mercato francese nel 2023 a causa di emissioni considerate eccessive. Inoltre, studi come quello dell’Università di Ginevra hanno evidenziato possibili correlazioni tra l’uso prolungato dello smartphone e una riduzione della fertilità maschile, soprattutto tra i giovani, in relazione alle radiazioni elettromagnetiche emesse. Questi dati sottolineano l’importanza di una consapevolezza informata e di una scelta oculata del dispositivo, oltre a pratiche di utilizzo che minimizzino l’esposizione e favoriscano la sicurezza nel lungo termine.