
Commissioni nascoste: cosa sono? (www.economiafinanzaonline.it)
Il mondo bancario è complesso e, talvolta, opaco, e molti clienti si trovano a dover affrontare spese non sempre chiare.
Le commissioni nascoste rappresentano un onere significativo, spesso ignorato fino al momento in cui si rendono necessari chiarimenti o rimborsi. In questo articolo, esploreremo come riconoscere queste spese e come procedere per richiederne il rimborso.
Le commissioni nascoste sono costi che le banche applicano senza renderli immediatamente evidenti nei contratti. Spesso, vengono citate in modo poco chiaro o addirittura omesse, portando i clienti a non rendersi conto di quanto stiano pagando realmente. Tra le spese più comuni, possiamo trovare:
- Spese di gestione del conto: oneri mensili o annuali per la tenuta del conto corrente.
- Commissioni per operazioni: costi legati a specifiche transazioni, come bonifici, prelievi da sportelli automatici o pagamenti con carta di credito.
- Spese per servizi accessori: addebiti per servizi extra, come l’invio di estratti conto cartacei o la richiesta di duplicati di documenti.
La trasparenza è fondamentale, ma spesso le banche non la garantiscono come dovrebbero.
La normativa vigente
Il Testo Unico Bancario (TUB) stabilisce regole chiare riguardo alla trasparenza delle commissioni. L’articolo 117 impone che tutte le condizioni contrattuali, comprese le commissioni, siano chiaramente pubblicizzate e comunicate per iscritto al cliente. Inoltre, l’articolo 117 bis specifica che:
- Deve essere prevista una commissione unica a carico del cliente, comprensiva di interessi.
- Le commissioni devono essere calcolate in modo proporzionale rispetto all’importo messo a disposizione e alla durata dell’affidamento.
- L’ammontare della commissione non deve superare lo 0,5% per trimestre della somma messa a disposizione.
In caso di clausole che non rispettano queste disposizioni, sono considerate nulle, il che significa che i clienti hanno la possibilità di contestare tali spese e chiedere il rimborso.

Richiedere il rimborso delle commissioni non dovute può sembrare un processo complesso, ma seguendo alcuni passaggi chiave diventa gestibile. Ecco una guida dettagliata:
- Raccolta della documentazione: il primo passo è raccogliere tutta la documentazione necessaria, come il contratto di apertura del conto corrente, le ricevute di pagamento delle commissioni contestate e qualsiasi comunicazione intercorsa con la banca riguardante le spese.
- Verifica del diritto al rimborso: se hai estinto anticipatamente un finanziamento, potresti avere diritto al rimborso di una parte delle spese sostenute, proporzionale al periodo non goduto del prestito.
- Richiesta scritta alla banca: è essenziale formalizzare la richiesta di rimborso con una comunicazione scritta indirizzata alla tua banca. Nella lettera dovresti includere i tuoi dati personali e quelli del contratto, la data di estinzione anticipata e l’importo specifico che stai richiedendo.
- Ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF): se la banca non risponde entro 30 giorni o respinge la tua richiesta, puoi rivolgerti all’ABF, un organismo indipendente che offre soluzioni rapide ed economiche per le controversie bancarie.
Tempi per agire
Il termine di prescrizione per richiedere il rimborso delle commissioni non dovute è di 10 anni, a partire dalla data dell’addebito contestato. Tuttavia, ci sono eccezioni, come nel caso di addebiti non autorizzati, che devono essere contestati entro 13 mesi dalla data dell’operazione. Se il termine sta per scadere, puoi interrompere il termine inviando una diffida formale o avviando un’azione legale.
Navigare nel mondo delle banche e delle commissioni può essere complicato, ma è fondamentale conoscere i propri diritti. Essere informati e attenti ai dettagli contrattuali non solo aiuta a evitare sorprese, ma permette anche di fare valere le proprie ragioni in caso di addebiti ingiustificati. Se hai dubbi o necessiti di assistenza, considera di rivolgerti a un esperto in diritto bancario per tutelare i tuoi interessi.