Partendo dal concetto dell’Open Innovation come modello di innovazione fondamentale, secondo il quale le imprese, oltre alle risorse interne, ricorrono anche a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano da fuori e quindi da partner esterni, Maire Tecnimont, gruppo industriale multinazionale con un DNA altamente tecnologico, nella persona di Fabrizio Di Amato, Presidente e azionista di maggioranza, ha inaugurato una nuova cattedra presso l’Università LUISS Guido Carli, assegnata al Professor Henry Chesbrough.
Il Presidente di Maire Tecnimont, azienda leader a livello globale nell’ambito dell’ingegneria impiantistica, ha creduto fortemente nella realizzazione di questo progetto che vede la nascita di un’importante sinergia con il mondo accademico, puntando sulla formazione e la ricerca.
Alla base, la convinzione che l’Open Innovation, argomento già noto e dibattuto all’interno della comunità scientifica e di quella professionale del management, necessiti comunque di ulteriori approfondimenti. A presiedere la cattedra ci sarà il professor Henry Chesbrough, Direttore del Garwood Centre for Corporate Innovation dell’Università della California a Berkeley e padre intellettuale del concetto di “Open Innovation”.
Il lavoro è stato presentato lo scorso dicembre a Roma e in quell’occasione Fabrizio di Amato di Maire Tecnimont ha raccontato questo lungimirante piano formativo, sottolineando l’importanza del fenomeno stesso di Open Innovation come modello di sviluppo aziendale che mira a promuovere idee innovative con il supporto della tecnologia:
“L’inaugurazione di questa cattedra rappresenta un ulteriore passo avanti verso la Open Innovation, una vera e propria Rivoluzione Copernicana per le industrie di ogni settore. Credo, infatti, che oggi più che mai sia necessario un approccio open-minded che porti ad un’evoluzione delle Società da organizzazioni ‘chiuse’ ad organizzazioni ‘aperte’”.
Ha poi proseguito ponendo l’accento sull’importanza di un sistema che veda il coinvolgimento di diversi attori economici e culturali, con una contaminazione continua tra varie realtà professionali in grado di dare vita a progetti di successo:
“Se l’innovazione è basata sulla capacità di cambiare mentalità, in modo tale da affrontate le sfide poste dalla digitalizzazione e dalla sostenibilità, dobbiamo, quindi, creare un ecosistema che coinvolga i diversi stakeholder, aperto alla “fertilizzazione incrociata” tra Università, Istituti di Ricerca, Società, Start-up, mondo della finanza, autorità pubbliche, incubatori e acceleratori.”
Il programma del gruppo leader operante nel settore della trasformazione delle risorse naturali (energie rinnovabili e green chemistry) e ideato grazie a Fabrizio Di Amato Maire Tecnimont, non prevede solo un piano di insegnamento. È infatti in cantiere un lavoro di ricerca sull’analisi dei principi alla base della disciplina. In tal modo le aziende potranno perseguire obiettivi cruciali in ambito sociale, economico e di sostenibilità ambientale.
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