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Non esiste economia senza un adeguato intervento politico

Ho avuto l’opportunità di intervistare Robert Boyer, un economista di spicco e uno dei fondatori della teoria della regolazione, il 30 gennaio 2025, in un bar della Rive Gauche a Parigi, noto come Le Nouvel Institut. Questo locale, caratterizzato da uno stile industriale e prezzi accessibili, si trova nei pressi dell’Université de Jessieu, un luogo emblematico delle contestazioni del Maggio 1968, e continua ad attrarre studenti e accademici.

Riflessioni sulla teoria della regolazione

Il professor Boyer, seduto in una saletta laterale con il computer aperto, ha condiviso le sue riflessioni sullo sviluppo della teoria della regolazione, un concetto che si contrappone all’idea tradizionale di equilibrio di mercato. Secondo Boyer, il capitalismo non è statico, ma attraversa fasi di espansione, crisi e aggiustamenti. La teoria della regolazione si propone di analizzare i compromessi istituzionali e politici che consentono la continuazione dell’accumulazione capitalista, contestando l’idea che il capitalismo porti inevitabilmente a una polarizzazione tra proletari e capitalisti.

Collaborazioni e modelli economici

Nei primi anni Settanta, Boyer ha collaborato con altri economisti, come Michel Aglietta, per sviluppare modelli economici in risposta agli eventi storici, come lo shock petrolifero del 1973, che ha segnato un cambiamento significativo. In quel periodo, si è cercato di comprendere il fordismo e i suoi effetti stabilizzanti sull’accumulazione di capitale. Boyer ha osservato come, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, si sia formato un nuovo regime economico, caratterizzato dall’innovazione e dalla globalizzazione, che ha portato a un aggiustamento brusco prima del 2000 e poi nel 2008. Nei suoi studi recenti, Boyer ha proposto un modello anthropogenétique, evidenziando che le fonti di accumulazione si trovano in settori come l’istruzione, la sanità e la cultura, piuttosto che nella finanza.

Rapporto tra istituzioni e accumulazione

L’analisi di Boyer si estende anche al rapporto tra istituzioni e accumulazione. A proposito dell’assegnazione del premio Nobel per l’economia a Daron Acemoglu, James Robinson e Simon Johnson, Boyer ha sottolineato che la sua ricerca si concentra sul cambiamento delle istituzioni nel tempo, piuttosto che sulla loro importanza in sé. A differenza di Acemoglu, che distingue tra istituzioni buone e cattive, Boyer propone un approccio più complesso, identificando diverse tipologie di capitalismo e analizzando come le crisi emergano da dinamiche interne piuttosto che da fattori esterni.

Situazione politico-economica in Messico

Recentemente tornato dal Messico, Boyer ha descritto la situazione politico-economica del paese, evidenziando il passaggio da un sistema neocorporativista a un contesto di maggiore apertura democratica e integrazione economica. Ha analizzato l’operato degli ultimi presidenti di sinistra, Andrés Manuel López Obrador e Claudia Sheinbaum, sottolineando le sfide che affrontano in un contesto globale in cambiamento, specialmente dopo l’elezione di Donald Trump e le sue politiche mercantiliste.

Crisi politica in Francia

Infine, Boyer ha commentato la crisi politica in Francia, evidenziando il divario tra le promesse elettorali di Emmanuel Macron e la realtà economica. Ha messo in luce come la situazione attuale, caratterizzata da un parlamento frammentato e dalla crescente insoddisfazione popolare, rappresenti una sfida significativa per il governo. La sua analisi si conclude con un richiamo all’importanza della politica nel definire gli interessi generali e nel garantire un equilibrio sociale in un contesto di crescente incertezza economica.

Serena Libra

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