
Tempistiche e modalità di pagamento delle multe- www.economiafinanzaonline.it
Le sanzioni amministrative, comunemente conosciute come multe, rappresentano un aspetto significativo dell’ordinamento giuridico italiano.
Quando un cittadino non paga una multa entro i termini stabiliti, può trovarsi di fronte a conseguenze gravi, come il fermo amministrativo del veicolo, l’ipoteca sulla casa e, nei casi più estremi, il pignoramento del conto corrente o dello stipendio. È fondamentale conoscere i propri diritti e le modalità per contestare le misure adottate dalle autorità.
Dopo aver ricevuto una multa, il cittadino ha a disposizione cinque giorni per pagare l’importo ridotto del 30% e sessanta giorni per effettuare il pagamento dell’importo minimo edittale. Se questi termini scadono senza che il pagamento venga effettuato, inizia la procedura di creazione della cartella di pagamento. Questa procedura prevede che il Comune, in caso di multe elevate dalla Polizia Locale, o il Prefetto, nel caso di multe elevate da forze come i Carabinieri o la Guardia di Finanza, prepari un elenco dei debitori.
Entro cinque anni dalla data della violazione, l’ente creditore può trasferire il ruolo all’Agenzia delle Entrate – Riscossione (AdER), che provvederà a notificare la cartella di pagamento. A questo punto, l’importo da versare può aumentare considerevolmente, includendo interessi (10% ogni sei mesi di ritardo), spese di notifica e ulteriori oneri. È quindi evidente l’importanza di agire tempestivamente per evitare aggravamenti della situazione debitoria.
Contestazione della cartella di pagamento
È possibile impugnare la cartella di pagamento se si ritiene che ci siano stati errori o irregolarità. Gli aspetti da considerare includono:
- Notifica tardiva: La multa deve essere notificata entro 90 giorni dalla violazione, con un’estensione a 360 giorni per i residenti all’estero. Se questo termine non viene rispettato, la multa è considerata illegittima.
- Omessa indicazione della norma violata: Ogni verbale deve indicare chiaramente la norma del Codice della Strada violata. In assenza di questo dettaglio, il cittadino può presentare ricorso per nullità.
- Mancata indicazione della somma da pagare: Se il verbale non specifica l’importo della sanzione e la riduzione disponibile, può essere contestata la validità dell’atto.
- Foto non leggibili: Se la prova fotografica non consente di identificare il veicolo, è possibile richiedere l’annullamento della multa.

Dopo sessanta giorni senza pagamento o ricorso, la cartella diventa esecutiva, aprendo la strada a misure severe come il fermo amministrativo del veicolo. Questo provvedimento viene notificato prima al cittadino, che ha trenta giorni per saldare il debito. In mancanza di pagamento, il fermo viene iscritto nei registri pubblici, impedendo la circolazione del veicolo.
Il fermo amministrativo non può essere applicato ai veicoli destinati a persone disabili, purché vengano presentati i documenti necessari, come il Modello F3. Inoltre, i veicoli strumentali per l’attività professionale possono essere esentati se si forniscono adeguate prove attraverso il Modello F2.
Un altro aspetto cruciale riguarda la legittimità del fermo amministrativo: se non segue le corrette procedure territoriali, può essere considerato illegittimo. La sentenza n. 2144 del 17 ottobre 2024 della Corte di Giustizia Tributaria di Bari ha stabilito che un provvedimento emesso da un ufficio non competente è nullo.
Rateizzazione e gestione del debito
Per i contribuenti che non possono pagare in un’unica soluzione, esiste la possibilità di richiedere la rateizzazione del debito, suddividendolo in rate mensili di importo non inferiore a 50 euro. In questo modo, il pagamento della prima rata comporta la sospensione del fermo amministrativo e l’estinzione delle procedure esecutive già avviate, a condizione che vengano rispettate le condizioni stabilite.
Inoltre, il contribuente ha la possibilità di richiedere una riduzione dell’ipoteca iscritta in relazione al debito, sempre che soddisfi determinate condizioni.
Prescrizione e decadenza
È importante sapere che le multe non rimangono in sospeso indefinitamente. Esse hanno un termine di prescrizione di cinque anni, ma ogni notifica o sollecito di pagamento interrompe questo periodo, facendolo ripartire. Tuttavia, tra la certificazione del debito e la notifica della cartella non devono passare più di due anni per evitare che la richiesta di pagamento diventi illegittima, portando così a una decadenza.
Conoscere i propri diritti e le procedure legali disponibili è fondamentale per chi si trova a gestire multe non pagate. La tempestività nel rispondere alle notifiche e nell’eventuale contestazione delle multe può fare la differenza tra il pagamento di un debito accresciuto e la possibilità di risolvere la situazione in modo più favorevole.