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Licenziata per non aver cancellato la cronologia, sembra assurdo ma è così: e tu lo fai?

Attenzione alla cronologia! La normativa non riesce a tutelarti se vieni sorpreso su questi portali durante l’orario di lavoro..

L’utilizzo dei dispositivi digitali per scopi non lavorativi ma per comunicazione personale è un tema da sempre molto dedicato e portatore di non poche polemiche.

Pensando ai più recenti fatti storici, effettivamente senza questi dispositivi personali non avremmo potuto mantenere una forma di equilibrio a livello lavorativo e sociale, sia collettivo che individuale, nella tremenda epoca segnata dalla pandemia di COVID-19.

La più recente manovra dell’attuale governo italiano poi ha completamente escluso l’utilizzo dei telefonini cellulari all’interno delle classi, in quanto ritenuti materiale di distrazione in un’ importante e delicata fase che è quella della didattica (sebbene questi siano stati di forte ausilio nel momento storico sopraccitato, nonostante il forte traffico di utilizzo e di impiego a livello globale).

Pertanto nell’ambito del lavoro, sia nel pubblico che nel privato, ogni realtà cerca di trovare il proprio punto di giusto equilibrio per ciò che concerne l’utilizzo dei dispositivi digitali offerti sul luogo di lavoro stesso per scopi che esulano dalle mansioni lavorative giornaliere. Esploriamo dunque cosa dice la legge in tal proposito.

Usare Internet sul luogo di lavoro

L’uso di Internet durante l’orario di lavoro è un tema controverso e rischioso, soprattutto con l’aumento dell’uso di smartphone e tablet. La normativa italiana stabilisce che i lavoratori devono rispettare le direttive aziendali, e l’uso eccessivo di Internet, in particolare sui social, può portare a sanzioni disciplinari o addirittura licenziamenti.

Le aziende hanno il diritto di monitorare l’attività online dei dipendenti, rispettando la privacy, e possono usare prove come la cronologia web per verificare violazioni. Data la necessità di difendere la serietà professionale, plausibilmente nessuno desidera una totale anarchia digitale, né una sorta di disdicevole “Grande Fratello” aziendale.

Social media marketing

Cosa dice la legge

La Corte di Cassazione ha confermato che un comportamento eccessivo e sproporzionato nel tempo trascorso online può giustificare il licenziamento, come dimostrato in vari casi, tra cui una dipendente licenziata nel 2019 per abuso dei social e una dipendente di Bari per uso improprio del cellulare aziendale. La cronologia dei loro computer era la prova provata, a dimostrazione di un eccesso di tempo di utilizzo non per scopi lavorativi nonché di condivisione impropria degli stessi dati personali.

Pertanto, è importante fare attenzione a non abusare del proprio tempo online, poiché anche piccole distrazioni possono portare a gravi conseguenze professionali per i lavoratori poco accorti.

Roberto Toob

Capace di trasformare concetti complessi in contenuti chiari e accessibili, adatti a un pubblico variegato.

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