
Gli esordi di Zip2 e la mentalità pionieristica di Musk (www.economiafinanzaonline.it)
Nel 1998, un giovane Elon Musk, allora poco più che ventenne, tracciava una visione lungimirante sul futuro di internet.
In un’intervista rilasciata a “CBS Sunday Morning” con la giornalista Rita Braver, Musk delineava un mondo digitale in cui la rete sarebbe diventata il fulcro di tutti i media, un’anticipazione che oggi appare quasi profetica, considerando i profondi cambiamenti che hanno rivoluzionato il modo in cui comunichiamo e consumiamo contenuti.
Nel 1995, Elon Musk fondò insieme al fratello Kimbal e al socio Greg Kouri Zip2, una startup inizialmente chiamata Global Link Information Network, con l’obiettivo di sviluppare guide cittadine digitali e directory aziendali per i giornali tradizionali. Quell’idea pionieristica si rivelò una delle prime applicazioni pratiche del web per il settore editoriale, aprendo la strada a un nuovo modo di fruire le informazioni locali online.
“Non avevo un soldo”, raccontava Musk nell’intervista, descrivendo l’ufficio spartano con il tetto che perdeva dove lui e il suo team lavoravano. In un gesto che testimonia la mentalità hacker di quegli anni, forarono il pavimento per collegarsi direttamente ai server dell’ISP al piano inferiore, ottenendo così un accesso a internet a basso costo.
Nel 1999, la società venne acquisita da Compaq per 307 milioni di dollari, fruttando a Musk circa 22 milioni di dollari. Zip2 rappresentò il primo grande successo imprenditoriale di Musk, gettando le basi per le sue future imprese nel settore tecnologico.
La visione rivoluzionaria di Elon Musk su internet
Durante l’intervista del 1998, Musk espresse con chiarezza e sorprendente lungimiranza la sua visione del web: “Internet è il contenitore di tutti i media. È il punto di arrivo e di partenza. Vedremo stampa, trasmissioni televisive, forse anche la radio, fondersi tutte nell’internet. Sarà una rivoluzione per tutti i media tradizionali”.
Questa intuizione si è rivelata estremamente precisa: oggi internet è effettivamente il crocevia di tutti i mezzi di comunicazione. La stampa si è ampiamente digitalizzata, la radio è diventata prevalentemente streaming, mentre la televisione si è trasformata in un servizio on demand grazie a piattaforme come Netflix, YouTube e Twitch. Il web ha inoltre trasformato la comunicazione in un processo interattivo e personalizzato, dove l’utente non è più un semplice spettatore, ma un vero e proprio creatore di contenuti.
La capacità di internet di offrire una comunicazione bidirezionale intelligente, permettendo agli utenti di scegliere cosa vedere, quando e come, era stata colta da Musk come elemento centrale della sua rivoluzione.

A quasi trent’anni di distanza, la maggior parte delle previsioni di Musk sul futuro di internet si è dimostrata straordinariamente accurata. I social media, le app di messaggistica, le piattaforme partecipative e le recensioni online hanno reso la rete un ambiente di comunicazione due vie, come Musk aveva previsto.
Tuttavia, un elemento che Musk forse non aveva pienamente anticipato è stato l’impatto dei grandi algoritmi e delle piattaforme centralizzate sul pluralismo dell’informazione. Se da una parte internet ha democratizzato l’accesso ai contenuti, dall’altra ha concentrato un potere enorme nelle mani di pochi giganti tecnologici, influenzando in modo significativo la diffusione delle informazioni.
Inoltre, la “intelligenza” del web si è evoluta in modi che nel 1998 erano difficili da immaginare. L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa e dell’automazione rappresenta oggi una delle frontiere più avanzate e discusse della tecnologia, temi che all’epoca erano lontani dal dibattito pubblico.