
IMU 2025 aumenti-economiafinanzaonline.it
A breve arriverà il pagamento IMU 2025, e per alcuni immobili sono previsti degli aumenti. Ecco a quanto ammonteranno.
Puntuale, ogni anno, arriva il pagamento dell’IMU. Si tratta di un’imposta che si attua sugli immobili e che rientra nel range delle tasse comunali da versare. A dover pagare l’IMU sono i proprietari o, in determinati contesti, gli usufruttuari di un immobile.
Ma come si calcola questa tassa? In linea generale, essa si suddivide in due rate. La prima è un acconto da versare entro il 16 giugno 2025, mentre il saldo entro il 16 dicembre 2025.
Quest’anno, da quanto si apprende, ci saranno diversi immobili interessati da aumenti, ragion per cui è necessario informarsi, in modo da organizzarsi per il pagamento in questione. Scopriamo, dunque, quali sono i versamenti da eseguire e a quanto dovrebbero ammontare.
IMU 2025, aumenti in arrivo: per chi e a quanto ammonteranno
L’Imu, in generale, è un’imposta da pagare su seconde case, abitazioni di lusso, terreni agricoli.

Nel corso dell’anno corrente, alcuni proprietari di immobili vedranno lievitare l’importo dell’IMU da versare, e in particolare della prima rata che, come detto, è prevista per il 16 giugno. Tali aumenti sono legati alla classificazione catastale di un immobile.
In sostanza, ogni abitazione è classificata tramite codice che definisce di che tipo di immobile si tratta. Per esempio, l’A/2 sono le abitazioni civili, A/3 economiche e A/4, popolari. In sostanza, più la categoria è ritenuta elevata, e più l’imposta sarà alta.
Il punto, però, è che anche se si tratta di casi simili tra loro, potrebbero esserci disparità di pagamento, in quanto sono registrate in modo differente.
Per esempio, come riporta Brocardi, a Milano, se si dispone di un’abitazione tipo A/2, l’importo dell’acconto si aggirerà sui 2.628 euro, quasi il doppio in confronto a quello delle case economiche, ossia 1.221 euro. A Napoli, se si intende passare da una casa A3 ad A/2, si vedrà un aumento IMU da 898 a 1.641 euro. A Firenze, invece, l’aumento sarà da 1.270 euro a 1.598 euro.
In linea generale, si tratta di differenze che non sempre corrispondono a diversità sostanziali a livello di qualità degli immobili. Ci sono, infatti, immobili ristrutturati che di frequente non sono aggiornati al catasto, per cui la rendita è svantaggiosa.
Per quanto riguarda le seconde case, invece, spesso l’IMU è uguale sia se gli immobili non sono affittati, sia se lo sono, a canone libero. Sono poche le città che abbassano l’IMU su case in affitto, come Milano, Modena, Ravenna. Nel caso degli affitti a canone concordato, invece, vi sono degli sconti anche notevoli sulla suddetta imposta.
Per ciò che concerne le case popolari, ossia quelle classificate A/4, l’IMU è più bassa, ma esse iniziano a diminuire, in quanto diversi immobili sono oggetto di ristrutturazione e quindi si alza la loro categoria.