
Come alleggerire il mutuo(www.economiafinanzaonline.it)
Nel contesto attuale, molti italiani si trovano a dover affrontare il peso delle rate del mutuo, con il pericolo dei tassi d’interesse elevati
La situazione sembra mostrare segnali di miglioramento nel 2025, con la Banca Centrale Europea (BCE) che ha iniziato a ridurre il tasso di riferimento, portando a una leggera discesa dell’Euribor, il tasso di riferimento per i mutui a tasso variabile. Questo cambiamento offre nuove opportunità per chi desidera alleggerire la propria rata mensile.
Nel 2024, l’inflazione aveva spinto la BCE a intervenire ripetutamente, fissando il tasso di interesse al 4,25%. Tale decisione aveva comportato un incremento delle rate per molte famiglie, specialmente per quelle con mutui a tasso variabile, le cui spese mensili erano schizzate alle stelle. Il primo trimestre del 2025 ha portato una boccata d’aria fresca, con l’Euribor che si attesta oggi attorno al 3,25%, un calo significativo rispetto ai picchi toccati tra fine 2023 e inizio 2024.
Questa discesa offre un’opportunità per chi ha mutui a tasso variabile, ma i costi rimangono elevati. Anche i mutui a tasso fisso hanno visto una leggera risalita dei tassi, benché rimangano comunque al di sotto dei livelli massimi raggiunti nel 2024. Di fronte a questa situazione, molti proprietari di casa si interrogano su quali strategie adottare per ridurre il peso delle rate mensili.
La scelta tra tasso fisso e tasso variabile
La prima decisione cruciale riguarda la scelta tra mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile. Questa scelta dipende fortemente dalla situazione personale di ciascun mutuatario e dall’andamento del mercato. Attualmente, i mutui a tasso fisso si aggirano intorno al 2,82%. Per un mutuo di 140.000 euro con una durata di 20 anni, la rata mensile si traduce in circa 764 euro. Rispetto ai mutui a tasso variabile, questo implica un risparmio di circa 62 euro al mese, rendendo il tasso fisso un’opzione interessante per chi cerca stabilità nelle proprie spese.
Al contrario, chi ha optato per un mutuo a tasso variabile si trova a pagare una rata di 826 euro per lo stesso importo e durata, con un tasso medio del 3,69%. Nonostante questo possa sembrare più oneroso, c’è la possibilità che i tassi possano continuare a diminuire, portando a una riduzione della rata mensile di circa 20 euro nei prossimi mesi.
Pertanto, sebbene il tasso variabile possa attualmente sembrare svantaggioso, potrebbe rivelarsi una scelta conveniente per chi prevede una discesa continua dei tassi. La decisione finale tra tasso fisso e variabile dipende, dunque, dalle preferenze individuali. Se la stabilità e la prevedibilità sono prioritarie, il tasso fisso rappresenta una scelta sicura. Se, invece, si è disposti ad affrontare un po’ di incertezza per potenziali risparmi futuri, il tasso variabile potrebbe risultare più vantaggioso.

Un’altra opzione da considerare è la rinegoziazione del mutuo con la propria banca. Questa strategia può comportare un abbassamento della rata mensile, ma è importante sottolineare che la decisione finale spetta esclusivamente all’istituto bancario. La banca può decidere di passare a un tasso fisso oppure di modificare la durata del mutuo. A tal proposito, il profilo del cliente gioca un ruolo fondamentale: se si mantengono buoni rapporti con la banca, è più probabile ricevere un trattamento favorevole.
La surroga del mutuo
La surroga, o portabilità del mutuo, rappresenta una delle soluzioni più pratiche e vantaggiose per abbassare la rata. Introdotta in Italia con la Legge Bersani nel 2007, la surroga consente di trasferire il mutuo a un’altra banca che offre tassi più competitivi, senza costi aggiuntivi. Questo significa che il mutuo esistente può essere spostato a una nuova banca, permettendo di ottenere condizioni più favorevoli senza dover affrontare le spese legate all’apertura di un nuovo mutuo.
Il trasferimento del mutuo è vantaggioso anche perché permette di mantenere l’assicurazione sul prestito e di modificare l’importo delle rate mensili. Tuttavia, va considerato che non è possibile richiedere un importo superiore al residuo del mutuo già in essere. Nonostante questo vincolo, le banche generalmente richiedono solo la prova di aver pagato almeno sei rate per una prima surroga e dodici per surroghe successive. Questo significa che ogni anno e mezzo un mutuatario ha la possibilità di cercare un’offerta più conveniente.