
I fattori che penalizzano l’Italia - www.economiafinanzaonline.it
Nel panorama europeo, l’Italia continua a essere tra i Paesi con il peggior equilibrio tra vita privata e lavoro.
Lo studio ha confrontato 30 nazioni europee, posizionando il Belpaese al 27° posto, superando solo Ungheria, Slovacchia e Romania.
Questo dato sottolinea le persistenti difficoltà degli italiani nel conciliare impegni professionali e personali, aggravate da orari di lavoro prolungati, scarsa flessibilità e un welfare aziendale poco sviluppato.
La classifica europea dell’equilibrio lavoro-vita privata
Al vertice della classifica figura il Lussemburgo, con un punteggio complessivo di 85,26, seguito a distanza dalla Spagna con 78,63 e dalla Francia con 77,19. Questi Paesi si distinguono per un sistema di welfare robusto, che include congedi parentali ben retribuiti, un alto numero di giorni di ferie obbligatorie e un’efficiente assistenza sanitaria pubblica. In particolare, il Lussemburgo offre un congedo di maternità con retribuzione al 100% per 20 settimane e 26 giorni di ferie obbligatorie, mentre la Spagna si evidenzia per un salario minimo competitivo, ulteriormente aumentato nel 2023.
La Francia, salita di due posizioni rispetto all’anno precedente, è invece il Paese dove i lavoratori godono del maggior numero di giorni di ferie, circa 36 all’anno, garantendo così più tempo libero rispetto a molti altri Stati europei. Tuttavia, il Lussemburgo rimane il Paese con la migliore armonia tra vita professionale e privata grazie all’equilibrio tra diversi indicatori di benessere lavorativo.
Ecco la classifica completa dei 30 Paesi analizzati:
- Lussemburgo
- Spagna
- Francia
- Norvegia
- Danimarca
- Paesi Bassi
- Regno Unito
- Estonia
- Slovenia
- Islanda
- Svizzera
- Germania
- Belgio
- Lettonia
- Finlandia
- Bulgaria
- Serbia
- Bielorussia
- Croazia
- Austria
- Grecia
- Repubblica Ceca
- Portogallo
- Irlanda
- Monaco
- Polonia
- Italia
- Ungheria
- Slovacchia
- Romania
L’analisi evidenzia come in Italia l’assenza di un salario minimo nazionale e la scarsa inclusività siano i principali fattori di penalizzazione. Oltre a ciò, il Paese presenta una situazione critica sotto il profilo delle ferie retribuite, della rigidità degli orari lavorativi e della gestione dei congedi, elementi che contribuiscono a un basso indice di soddisfazione tra i lavoratori.
Un sondaggio condotto da Gallup nel 2025 conferma questa situazione, posizionando l’Italia al 24° posto per benessere lavorativo in Europa, con un forte gap tra lavoratori maschi e femmine. Secondo il report 2025 di Hays Italia, l’86% delle donne italiane fatica a conciliare lavoro e famiglia, lamentando soprattutto la mancanza di flessibilità negli orari e i pochi congedi disponibili. Questa difficoltà è aggravata da una tradizionale distribuzione non equa dei compiti di cura all’interno delle famiglie, che grava principalmente sulle donne.
Nonostante le criticità, l’Italia può vantare un punto di forza rappresentato dall’assistenza sanitaria pubblica, che resta un baluardo per i lavoratori in situazioni di malattia o necessità di supporto sanitario.

Il Granducato di Lussemburgo, pur essendo uno Stato di piccole dimensioni con poco più di 679.000 abitanti, si distingue per un sistema di welfare e politiche lavorative avanzate. Oltre al congedo di maternità e alle ferie obbligatorie, il Paese è caratterizzato da un alto indice di felicità (7,4 su 10) e da un’attenzione particolare all’inclusività lavorativa.
Situato nel cuore dell’Europa e membro fondatore dell’Unione europea, il Lussemburgo è anche un importante centro finanziario e amministrativo, che ha saputo coniugare sviluppo economico e benessere dei lavoratori. La sua popolazione multilingue e culturalmente diversificata contribuisce a un ambiente lavorativo flessibile e inclusivo, elementi fondamentali per garantire un buon equilibrio tra vita privata e lavoro.
L’Italia, con una popolazione di circa 59 milioni di abitanti e un’economia che rimane tra le prime dieci al mondo, deve affrontare la sfida di migliorare il benessere lavorativo per aumentare la qualità della vita dei suoi cittadini. L’adozione di politiche che prevedano un salario minimo nazionale, congedi parentali più lunghi e flessibili, un incremento delle ferie retribuite e un welfare più inclusivo potrebbe rappresentare un primo passo decisivo.
Inoltre, la questione della conciliazione tra lavoro e famiglia, soprattutto per le donne, richiede interventi mirati per riequilibrare la distribuzione dei compiti di cura e per offrire una maggiore flessibilità oraria. Solo così sarà possibile migliorare il posizionamento dell’Italia in classifica e garantire ai lavoratori maggior serenità e tempo libero.