Il Ministero dell’Economia sta preparando il Documento di economia e finanza (Def), atteso per il 10 aprile 2025. Questo documento rappresenta il primo atto di programmazione economica dell’anno e servirà a valutare l’andamento dei conti pubblici secondo i nuovi standard europei. Tuttavia, i contenuti del Def sono ancora oggetto di discussione, con il Ministero che desidera un documento snello e l’opposizione, insieme all’Ufficio di Bilancio, che chiede maggiore dettagli.
Al ministero, si afferma che «è tutto prematuro». Le previsioni elaborate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) non includeranno i nuovi impegni di spesa per la difesa che si stanno delineando a livello europeo. Questo approccio è in linea con la volontà di evitare un aumento del debito pubblico, una posizione sostenuta dal ministro Giancarlo Giorgetti, che ha ricevuto recentemente il via libera dal Consiglio Europeo per destinare parte dei costi del riarmo a investimenti privati, grazie a garanzie pubbliche europee. Tuttavia, non è ancora chiaro quanto sarà necessario investire nei prossimi anni, rendendo difficile formulare previsioni concrete sull’impatto di queste spese sull’economia nazionale.
Il Def, previsto in Parlamento tra due settimane, si presenterà in una forma diversa rispetto ai documenti precedenti. Tradizionalmente, il Def forniva un quadro chiaro degli andamenti correnti e delle previsioni programmatiche della finanza pubblica, suggerendo già in primavera le manovre necessarie per rispettare gli obiettivi. Con l’introduzione delle nuove regole europee incentrate sulla spesa, il governo e il Parlamento stanno cercando di trovare un accordo transitorio sui contenuti del nuovo Def, che sarà formalmente denominato Rapporto sull’attuazione del Piano di bilancio.
Le posizioni tra il Mef e l’opposizione sono attualmente distanti. Il Ministero sembra intenzionato a seguire le prescrizioni minime europee, presentando un quadro delle previsioni tendenziali per l’anno in corso e i due successivi, senza obiettivi programmatici impliciti. Al contrario, Luigi Marattin, esponente dei Liberal Democratici, e Cecilia Guerra del Partito Democratico, chiedono che il periodo di previsione sia triennale, allineato con il bilancio pubblico, e che vengano considerati anche gli impegni politici del governo, come gli sgravi fiscali e la decontribuzione, che erano stati quantificati in passato.
Un nuovo incontro tra il governo e il Parlamento è programmato per lunedì, e potrebbe rivelarsi cruciale per raggiungere un accordo sui contenuti del Def. Questa questione non interessa solo il Parlamento, ma è fondamentale anche per l’Ufficio parlamentare di Bilancio, che ha il compito di validare le previsioni del governo. La presidente dell’Ufficio, Lilia Cavallari, ha già sottolineato l’importanza di affrontare i numeri e i contenuti del Documento di aprile, evidenziando la necessità di una maggiore chiarezza e trasparenza nelle previsioni economiche.
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