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Fondi comuni di investimento: modalità per investire, rischi e tassazione

Cosa sono i fondi comuni di investimento, come funzionano, quali scegliere in base alle proprie esigenze, nonché rischi presenti e tassazione applicata.

L’acquisto di singole azioni è certamente un modo per provare a far crescere la propria ricchezza sul mercato, ma comporta rischi considerevoli. Inoltre, la scelta delle azioni in cui investire richiede una ricerca approfondita in anticipo. Per coloro che desiderano un modo di investire più conveniente, con costi inferiori, meno rischi e più diversificazione, i fondi comuni di investimento sono una buona opzione.

Fondi comuni di investimento: cosa sono

I fondi comuni di investimento mettono insieme i soldi di molti investitori, attraverso una cassa collettiva. Quel denaro viene, quindi, utilizzato per acquistare azioni, obbligazioni e altri titoli, da Società di Gestione del Risparmio (Sgr) iscritte in un apposito albo. Poiché i fondi comuni investono in un insieme di società, offrono una diversificazione istantanea (quindi un rischio inferiore) agli investitori, i quali partecipano agli utili e alle perdite del fondo.

dati in salita

Esistono fondi indicizzati ed ETF (Exchange Traded Funds) , che sono due tipi di fondi comuni di investimento passivo. Esistono, tuttavia, anche fondi comuni di investimento a gestione attiva. Si tratta di fondi comuni di investimento controllati da gestori di fondi che scelgono gli investimenti e acquistano/vendono titoli in base agli obiettivi del fondo.

Con i fondi comuni di investimento, gli investitori hanno molte scelte per provare a far crescere i loro soldi tra fondi azionari, fondi obbligazionari o fondi che offrono entrambi, detti fondi bilanciati. All’interno di queste categorie, ci sono fondi ancora più distinti tra cui scegliere.

I tipi di fondi esistenti e i rischi ad essi connessi

Esistono diversi tipi di fondi comuni di investimento che si possono scegliere, in base ai propri obiettivi:

  • fondi di liquidità: il portafoglio è destinato interamente a liquidità e obbligazioni. Sono liquidi ed ideali per chi non può effettuare investimenti sul lungo periodo;
  • fondi obbligazionari: il portafoglio viene investito in obbligazioni e liquidità, in quanto non è possibile investire in azioni. Utili per far crescere il capitale su medio periodo, tra i tre e i cinque anni, con un rendimento superiore a quello dei fondi di liquidità su tale periodo;
  • fondi bilanciati: possono investire in obbligazioni, azioni, titoli di stato, sia in Italia che all’estero, a patto che la quota del portafoglio destinata alle azioni deve essere compresa tra il 10% e il 90%. In questo caso, sono la scelta migliore per chi intende far crescere il capitale su medio-lungo periodo che supera i cinque anni e hanno, rispetto ai fondi obbligazionari, un rendimento superiore;
  • fondi azionari: prevedono un investimento del 70% del portafoglio e sono adatti per chi ha intenzione di far crescere il proprio capitale nel lungo periodo ossia dai sette ai dieci anni

Ogni tipo di fondo ha un suo livello di rischio, che va valutato in base, appunto, al genere di investimento che si va compiere. Per quel che concerne i costi legati ai fondi di investimento, la quota è sempre al netto delle tasse e si può sottoscrivere in un’unica soluzione, ossia Pic o mediante un piano di accumulo del capitale, ovvero Pac.

Daniela Caruso

Sono copywriter freelance e mi occupo di diverse tematiche. Sono laureata in Culture Digitali e della Comunicazione alla triennale e alla magistrale posseggo una laurea magistrale in Comunicazione Pubblica, sociale e Politica. Ho conseguito entrambi i titoli all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Parlo tre lingue: inglese, francese e tedesco. Ho come passioni la musica (canto) e il disegno manga.

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