
Assegno di Inclusione: caratteristiche e contesto normativo(www.economiafinanzaonline.it)
Una nuova svolta normativa e giurisprudenziale segna un cambiamento importante nelle modalità di controllo fiscale in Italia.
Una nuova svolta normativa e giurisprudenziale segna un cambiamento importante nelle modalità di controllo fiscale in Italia. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per violazioni relative alle ispezioni fiscali effettuate da Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, imponendo un rafforzamento delle garanzie a tutela della privacy e dei diritti dei contribuenti.
La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e le sue conseguenze
Con la sentenza emessa il 6 febbraio 2025, la Corte Europea ha rilevato che le attuali normative italiane in materia di controlli fiscali non garantiscono sufficienti tutele ai contribuenti, in particolare per quanto riguarda il diritto al rispetto della vita privata e del domicilio tutelato dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il giudizio si concentra sulle modalità con cui vengono condotti gli accessi e le ispezioni fiscali nei locali delle imprese e negli studi professionali, evidenziando una mancanza di criteri chiari e di un controllo giurisdizionale, sia preventivo che successivo, sull’operato degli ispettori.

La Corte ha stigmatizzato la discrezionalità assoluta concessa agli organi di controllo, come la Guardia di Finanza, che spesso agisce senza un’adeguata motivazione e senza una trasparenza sufficiente sugli atti di accesso. Tale situazione, secondo Strasburgo, apre la strada a potenziali abusi e limita ingiustamente i diritti fondamentali dei contribuenti, anche di quelli sospettati di evasione fiscale. L’obbligo di garantire la tutela della sfera privata e il diritto alla difesa diventa quindi imprescindibile, anche in ambito fiscale.
In risposta a questa sentenza, il legislatore italiano ha avviato un processo di riforma dell’intero sistema normativo che regola le ispezioni tributarie, con l’obiettivo di ridurre l’arbitrarietà dei controlli e assicurare maggiore trasparenza. La commissione Finanze della Camera ha infatti approvato un emendamento al decreto fiscale n. 84 del 2025 che introduce novità cruciali per il futuro delle attività di accertamento.
Da ora in poi, nei verbali di accesso e ispezione redatti dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate dovranno essere indicate in modo chiaro, esplicito e motivato le circostanze e le condizioni che giustificano l’accesso nei locali destinati all’esercizio di attività commerciali, industriali, agricole, artistiche o professionali. Questo significa che ogni accesso dovrà essere supportato da una documentazione che spieghi le ragioni dell’intervento e che giustifichi la necessità della presenza degli ispettori, evitando così controlli basati su valutazioni vaghe o discrezionali.
L’emendamento non ha effetto retroattivo, ma segna un punto di svolta per le future ispezioni, garantendo una maggiore tutela dei diritti fondamentali dei contribuenti e una più rigorosa gestione degli strumenti di controllo fiscale.
La Guardia di Finanza rimane l’organo di polizia economico-finanziaria chiamato a svolgere un ruolo centrale nelle attività di accertamento tributario. Il suo compito è quello di prevenire e reprimere le violazioni fiscali, valutando la capacità contributiva dei soggetti verificati e raccogliendo elementi probatori necessari alla determinazione delle basi imponibili.