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ETF, come hanno resistito al test della pandemia

La pandemia ha messo a dura prova tutta l’economia, ma sembra che gli ETF abbiano resistito alla crisi. Vediamo di capire perché.

Tra le molte obbligazioni disponibili sul mercato, gli ETF sono quelli che hanno resistito meglio alla pandemia. Sono infatti tra i titoli più resilienti, che danno prospettive di miglioramento per i mesi successivi. Inoltre il funzionamento degli ETF ha dimostrato come, in una situazione di stress, rispondano bene ai test, costruiti su proiezioni della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Infatti la tenuta sostanziale di prodotti di questo tipo possano resistere a situazioni limite, proprio come quella rappresentata dal Coronavirus. Vediamo di capire perché.

ETF: le conseguenze della pandemia

Per avere chiaro come si comportino gli ETF, e come abbiano resistito alla crisi della pandemia, è importante fare una distinzione tra le varie tipologie. Infatti questi fondi investono in titoli del Tesoro, titoli di Stato e quelli esposti al debito dei paesi emergenti. Per essere più precisi i primi hanno generalmente evidenziato afflussi netti anche durante i momenti più bui, mentre i secondi hanno registrato uscite.

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Insomma nel periodo che intercorre tra l’inizio di gennaio e il 20 febbraio, gli ETF sul reddito fisso hanno beneficiato di afflussi netti per oltre 9,6 miliardi di dollari. Inoltre testimoniano la prova più tangibile dell’elevato livello di liquidità che il comparto degli ETF garantisce.

ETF: il paradosso delle obbligazioni

In generale gli esperti hanno delineato lo scenario peggiore e prevede massicce ondate di vendite. In un contesto del genere, la liquidità degli EFT è direttamente correlata alle attività sottostanti. Questo anche se i titoli hanno superato la prova rappresentata dalla pandemia, allo stesso tempo è emersa la criticità del mercato del reddito fisso.

Inoltre, alla luce del fatto che le obbligazioni sono negoziate in mercati OTC, ovvero Over The Counter, non esistono “prezzi di chiusura” ufficiali come nei mercati azionari. Per questo motivo le società di asset management, si avvalgono di servizi di società indipendenti, rimuovendo così il pericolo di potenziali conflitti d’interesse. In ogni caso questi elementi di criticità tempi normali si presentano in circostanze normali, che risultano amplificate in maniera esponenziale in occasione dei periodi burrascosi.

Il continuo interesse degli investitori

Dal momento che le condizioni dei mercati si sono notevolmente normalizzate, grazie anche alle misure adottate da governi e banche centrali. Proprio loro, attraverso diversi programmi di acquisto di asset, tra cui l’acquisto di obbligazioni societarie, hanno spinto significativi afflussi sia negli ETF sul debito, sia in quelli “high yeld”.

Visto però che le condizioni dei mercati sono ancora lontane dalla normalità, è necessario valutare la situazione ogni giorno. In ogni caso sembra che gli ETF rappresentino uno strumento che in presenza di volatilità vede accresciuta la sua attrattività. E per questo sembrerebbero destinati ad intercettare una crescente domanda da parte degli investitori.

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Davide Marroccoli

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