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Due Diligence Aziendale su Diritti Umani e Ambiente: la società civile e i sindacati chiedono di preservare il processo democratico della Direttiva

Bruxelles – In vista della presentazione del primo pacchetto Omnibus da parte dei Commissari Europei Séjourné e Dombrovskis, fissata per mercoledì 26 febbraio 2025, oltre quaranta organizzazioni italiane rappresentative della società civile hanno inviato oggi una lettera aperta ai Commissari stessi, esprimendo preoccupazioni riguardo alla Direttiva per la Due Diligence in materia di sostenibilità aziendale (CSDDD).

Il ruolo di Impresa 2030

A coordinare l’iniziativa è Impresa 2030, un network di organizzazioni attivo dal 2021, il cui obiettivo è fare pressione sulle istituzioni nazionali ed europee per l’adozione e l’attuazione di una Direttiva comunitaria che imponga alle imprese di rispettare i diritti umani e ambientali lungo l’intera catena del valore. Questo impegno è particolarmente rilevante in un contesto in cui le pratiche commerciali sleali possono mettere a rischio non solo i diritti dei lavoratori, ma anche l’integrità ambientale.

Nonostante la CSDDD sia entrata in vigore ufficialmente lo scorso luglio, la sua implementazione è stata recentemente inserita in un processo di revisione più ampio, annunciato da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, a novembre 2024. La presentazione del pacchetto Omnibus, che la Commissione definisce come un tentativo di semplificazione legislativa, è attesa per il 26 febbraio. Tuttavia, le organizzazioni firmatarie avvertono che tale proposta potrebbe ridurre gli impegni delle aziende e le tutele per i diritti dei lavoratori nelle filiere globali.

Implicazioni della Direttiva CSDDD

La CSDDD, come approvata, rappresenta un passo avanti verso una maggiore uniformità e certezza del diritto, contribuendo a ridurre la concorrenza sleale da parte di prodotti provenienti da fornitori extra-UE. Questi fornitori sarebbero costretti ad adattarsi agli standard europei in materia di diritti umani e tutela ambientale. L’obiettivo non è solo quello di stabilire regole comuni a livello comunitario, ma anche di proteggere il tessuto produttivo italiano, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), spesso vulnerabili a contratti predatori e pratiche commerciali scorrette.

La Direttiva non si limita a prevenire e gestire queste problematiche, ma richiede anche alle grandi aziende di rivedere clausole contrattuali che possono danneggiare i fornitori più piccoli. Questo approccio mira a promuovere un’economia più equa e sostenibile, in cui il rispetto dei diritti umani e ambientali diventa una priorità.

Richieste delle organizzazioni italiane

Con la lettera, Impresa 2030 e le organizzazioni firmatarie chiedono che il dossier sulla Direttiva Due Diligence non venga riaperto. Invece, si auspica che la Commissione Europea proceda con atti esecutivi, come regolamenti e linee guida, per semplificare l’attuazione della Direttiva, consentendo così agli Stati membri di avanzare nel processo di recepimento.

Cristiano Maugeri di ActionAid, co-portavoce della campagna, sottolinea l’importanza di mantenere il testo approvato, che offre benefici alla competitività in Europa, coinvolgendo solo lo 0,1% delle imprese presenti nell’UE, di cui circa 400 in Italia. Maugeri afferma che riaprire un dossier già oggetto di significativi compromessi potrebbe compromettere il lavoro svolto e ostacolare l’attuazione di misure fondamentali per il rispetto dei diritti umani e ambientali.

Margherita Romanelli di WeWorld, co-portavoce della campagna, aggiunge che è essenziale rispettare la volontà dei cittadini, che si sono già espressi a favore della Direttiva durante la sua approvazione. Inoltre, chiede che nel pacchetto Omnibus venga inclusa una consultazione pubblica, in linea con i principi europei, finora negata, in quanto le consultazioni recenti si sono svolte solo su invito di grandi interessi privati.

Un’opportunità per la competitività europea

La CSDDD rappresenta un’importante opportunità per promuovere la competitività in Europa, specialmente nella lotta contro la concorrenza sleale. La salvaguardia dei diritti delle persone e dell’ambiente deve diventare un valore condiviso all’interno della società, potendo coesistere con lo sviluppo di imprese più responsabili e competitive.

Aderiscono alla campagna: ActionAid Italia, Campagna Abiti Puliti, Equo Garantito, ECCJ, Fair Cooperativa Equosolidale, Fairtrade Italia, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Good Shepherd International Foundation Onlus, HRIC (Human Rights International Corner), Large Movements, Mani Tese ETS, Oxfam Italia, Save the Children Italia, WeWorld.

Serena Libra

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