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Le donne hanno fatto progressi nell’ambito lavorativo, con posizioni di rilievo in diversi settori. Persistono ancora disparità salariali e barriere culturali.
Per sostenere la loro partecipazione al mercato del lavoro, molti governi hanno introdotto misure specifiche, tra cui agevolazioni fiscali, volte a incentivare la conciliazione tra vita professionale e familiare.
Un esempio di vantaggio fiscale è la deducibilità o detraibilità delle spese per l’assistenza all’infanzia. Queste agevolazioni possono riguardare asili nido, baby-sitter o altri servizi di custodia dei bambini. L’obiettivo è quello di alleviare il carico economico delle famiglie con figli piccoli e di favorire la ripresa dell’attività lavorativa da parte delle madri.
Oltre alle agevolazioni dirette alle lavoratrici, alcuni governi offrono incentivi fiscali alle imprese che promuovono la parità di genere e adottano politiche a sostegno della maternità e della paternità. A quali agevolazioni hai diritto?
Le donne, nonostante abbiano fatto notevoli progressi nell’accesso al mondo del lavoro, continuano a confrontarsi con una serie di ostacoli che ne limitano le opportunità. Uno dei problemi più diffusi è il divario salariale, che vede le donne guadagnare mediamente meno degli uomini per lo stesso lavoro. Le donne sono concentrate in settori meno remunerati e con minori prospettive di crescita professionale.
La conciliazione tra vita lavorativa e familiare è una difficoltà da non sottovalutare. Sono le donne a dover gestire la maggior parte delle responsabilità domestiche e della cura dei figli, con conseguenti difficoltà a dedicare tempo alla carriera.
Il congedo di maternità in Italia dura cinque mesi e offre alle future mamme la possibilità di scegliere come distribuirlo tra il periodo pre e post parto. La combinazione più comune è di due mesi prima e tre mesi dopo la nascita, ma è possibile scegliere per un mese prima e quattro mesi dopo, a condizione che il ginecologo attesti che questa scelta non comporti rischi per la salute della madre o del bambino. Questa flessibilità permette alle donne di organizzare al meglio questo importante periodo della loro vita, e concilia le esigenze lavorative con quelle familiari.
Durante il congedo di maternità, le lavoratrici hanno diritto a un’indennità pari all’80% della loro retribuzione, calcolata sulla base dell’ultimo mese di lavoro precedente all’inizio del congedo. Per il 2024, l’INPS ha aggiornato i limiti retributivi per il calcolo di questa indennità. Questo significa che le nuove mamme potranno contare su un sostegno economico adeguato per affrontare le spese legate alla maternità e alla cura del neonato.
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