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La questione Alitalia ha da sempre accompagnato i Governi italiani e ovviamente anche il Governo Draghi non fa eccezione. Questa volta a occuparsi dello scottante dossier saranno il premier Draghi e i Ministri competenti, tra cui Giovannini alla guida Infrastrutture e Trasporti. Sono quindi di vitale importanza cautela e prudenza, soprattutto per le varie implicazioni a livello europeo e non. In ogni caso Draghi e i Ministri competenti in questa materia non hanno ancora risposte certe, ma sembra essersi delineata una linea comune. Vediamo di capire di cosa si tratta e quale sarà la strategia relativa alla compagnia di bandiera italiana.
Il Ministro Giovannini, dopo aver visionato gli incartamenti relativi ad Alitalia, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle condizioni della compagnia e le sue varie implicazioni. Bisogna ammettere che si tratta di una questione piuttosto scottante e che si ripropone a scadenze fisse. Ricordiamo infatti che situazioni come questa si erano già presentate nel 1998, nel 2002 e nel 2006.
Come dicevamo però le implicazioni non sono solo nazionali, ma comprendono anche l’attenzione di compagnie internazionali. Sono proprio queste ultime a pretendere il rispetto delle linee guida europee relative alla concorrenza e agli investimenti privati. Inoltre, trattandosi di concorrenti, le altre compagnie trarrebbero beneficio dalla chiusura di Alitalia e dalla conseguente cessione degli slot e della flotta. C’è anche da dire che tutte le compagnie di bandiera puntano al monopolio e quindi “all’eliminazione” dei concorrenti.
Le regole europee a cui fanno riferimento i Ministri e i concorrenti di Alitalia sono ben chiare. In sostanza, pur affermando la possibilità di scenari imprenditoriali di monopolio, non promuovono esplicitamente l’eventuale creazione di monopoli o cartelli. Perciò, rimanendo nella normale dinamica della concorrenza, l’UE punta a impedire che gli imprenditori falsino con i loro interventi gli esiti del mercato.
Tuttavia bisogna sottolineare come l’Unione Europea non possieda i mezzi per imporre regole totalitarie agli stati membri. Al contrario la procedura vigente prevede che, se uno Stato vuole fornire finanze straordinarie alla propria compagnia potrà farlo. Ma una sola volta. L’investimento però non dovrà essere impiegato per rafforzare l’azienda, ma solo per ridurre il perimetro industriale.
La strategia che sta vagliando il Governo è quella di concentrarsi sul progetto Ita, ovvero una nuova società che dovrebbe rinnovare e “sostituire” Alitalia. Questa scelta verrebbe praticata anche per rispettare la discontinuità voluta dall’Unione Europea. A questo proposito l’esito del confronto tra Governo e Commissaria Vestager dovrebbe portare a una vera e propria gara per il passaggio dei vecchi asset alla nuova compagnia. Tuttavia questa soluzione non è ben vista dei sindacati, che vogliono essere coinvolti nel futuro di Alitalia. Ad avvalorare questa possibilità ci sarebbe anche l’apprezzamento di piloti e assistenti di volo. Ciononostante è fondamentale muoversi con velocità, soprattutto per mantenere il brand e gli slot degli aeroporti.
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