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Dazi: la strategia a «due fasi» di Trump e la corsa per le esenzioni agli Usa

Donald Trump sta preparando una strategia in due fasi riguardante l’imposizione di nuove tariffe commerciali. Secondo quanto riportato il 25 marzo 2025 dal Financial Times, l’ex presidente degli Stati Uniti intende utilizzare poteri raramente impiegati per applicare tariffe d’emergenza, mentre sono in corso indagini sui partner commerciali sotto osservazione. Questa mossa ha come obiettivo quello di stabilire un regime tariffario più robusto, consentendo a Trump di reperire fondi per i pianificati tagli fiscali.

Annuncio delle nuove tariffe il 2 aprile

Il 2 aprile 2025, Trump svelerà ufficialmente le nuove tariffe, definendo questa data come il «giorno della liberazione». Questo annuncio ha già scatenato una corsa tra i Paesi stranieri per richiedere esenzioni. Durante un’intervista, Trump ha dichiarato di voler imporre tariffe «sostanziali» sui partner commerciali degli Stati Uniti, sebbene non abbia escluso la possibilità di concedere «una tregua» a molti di essi. I funzionari dell’amministrazione sono già in allerta e si preparano a gestire le conseguenze di queste misure.

I dazi sul petrolio venezuelano

In un contesto di crescente tensione commerciale, Trump ha annunciato l’intenzione di applicare nuovi dazi sugli acquirenti di petrolio venezuelano, tra cui la Cina. In un commento rilasciato poche ore dopo l’annuncio, ha espresso il suo imbarazzo per i prezzi elevati che gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare, ma ha confermato che i dazi saranno «sostanziosi». Questa mossa riflette le divergenze interne all’amministrazione su come gestire il nuovo regime tariffario e le sue finalità.

Indagini della Sezione 301

Tra le opzioni in discussione, c’è un piano per avviare indagini ai sensi della Sezione 301 sui partner commerciali. Gli strumenti che potrebbero essere utilizzati includono l’International Emergency Economic Powers Act e la Sezione 338 del Tariff Act del 1930, che permetterebbero di applicare tariffe fino al 50% sui partner commerciali considerati problematici.

Tariffe sulle importazioni di veicoli

In aggiunta, Trump potrebbe introdurre tariffe sulle importazioni di veicoli già il 2 aprile, riattivando uno studio sulla sicurezza nazionale relativo all’industria automobilistica globale, avviato durante il suo primo mandato. Tra le opzioni discusse c’è anche la Sezione 122 del Trade Act del 1974, che consente l’imposizione temporanea di tariffe limitate al 15% per un massimo di 150 giorni.

Obiettivi dei tagli fiscali

L’amministrazione Trump non ha ancora chiarito il suo approccio definitivo riguardo all’uso delle tariffe. Sebbene l’ex presidente abbia criticato il trattamento ingiusto riservato dagli Stati Uniti ai Paesi stranieri, i suoi funzionari sembrano concentrati sull’utilizzo dei dazi come mezzo per aumentare le entrate destinate ai tagli fiscali, piuttosto che come strumento di negoziazione con i capitali esteri.

Incontro con i rappresentanti dell’Unione Europea

Il segretario al commercio Howard Lutnick, che funge da capo negoziatore per l’amministrazione, ha recentemente espresso forti critiche verso i partner commerciali, accusandoli di mantenere surplus commerciali e politiche fiscali svantaggiose. Tuttavia, ha anche invitato a trovare un accordo. Martedì, Lutnick incontrerà il rappresentante commerciale degli Stati Uniti, Jamieson Greer, e il commissario europeo per il commercio Maroš Šefčovič per discutere delle future relazioni commerciali.

Le tariffe su Messico e Canada

La politica commerciale di Trump si è rivelata altalenante, con annunci di tariffe significative su alleati come Messico e Canada, seguiti da repentini ripensamenti. Da quando è entrato in carica, ha implementato una tariffa del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, insieme a nuovi prodotti realizzati con questi metalli. In risposta a tali misure, l’Unione Europea ha minacciato ritorsioni, mentre Trump ha considerato l’idea di una tariffa del 200% su prodotti alcolici, come il vino francese.

Serena Libra

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