
Sottoscrizione di accordo economico. - www.economiafinanzaonline.it
L’apertura di conti all’estero, negli ultimi anni, è diventata una prassi comune per delle esigenze lavorative, un’opportunità di investimento o una maggiore flessibilità per la gestione delle finanze.
I contribuenti italiani si affidano agli istituti di credito o alle piattaforme di trading, ma come procedere per quanto concerne gli obblighi e le sanzioni? Approfondiamo meglio l’argomento.
Come si dichiara un conto trading?
Per chi possiede un conto trading presso un broker estero, la legge italiana vigente indica di doverlo dichiarare all’Agenzia delle Entrate, altresì se nel corso dell’anno non sono state effettuate delle operazioni. Il suggerimento è di rivolgersi a soli esperti del settore affinché si possa avere un supporto costante, come per esempio l’assistenza fiscale completa per il tuo trading su eToro che consente una gestione completa e senza alcun errore.
In particolare è bene fare attenzione all’obbligo di dichiarazione che non dipende dall’importo investito o dai guadagni realizzati (o perdite). In generale, gli obblighi fiscali da rispettare sono i seguenti:
- il monitoraggio fiscale attraverso il quadro RW del Modello Redditi Persone Fisiche. Uno strumento attraverso il quale si comunica all’Amministrazione finanziaria il possesso del conto all’estero;
- la dichiarazione dei redditi finanziari all’interno dei quadri RT, RM o RL a seconda della natura del provento e di quanto guadagnato.
Nel dettaglio è possibile evidenziare che:
- il quadro RW serve per dichiarare il possesso del conto e calcolare l’IVAFE (imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero), pari allo 0,2% annuo sul valore medio del conto;
- il quadro RM si compila in presenza di redditi di capitale (dividendi o interessi);
- il quadro RL è dedicato ad altri redditi finanziari, tra cui i guadagni derivanti da piattaforme di social trading o da fondi non armonizzati.
Ad oggi l’aliquota fiscale applicata sulle plusvalenze in Italia è pari al 26%, con eccezione per i titoli di Stato che godono di un’aliquota agevolata del 12,5%. La dichiarazione deve avvenire tramite il Modello Redditi e non attraverso il modello 730, salvo casi specifici.
Sanzioni per il conto estero non dichiarato
La mancata dichiarazione di un conto estero è un infrazione serie agli occhi del Fisco italiano. È bene evidenziare che attraverso gli strumenti di cooperazione internazionale tra gli Stati, le possibilità per l’Amministrazione finanziaria di individuare conti non dichiarati sono oggi molto più elevate rispetto al passato.
In ambito europeo lo scambio automatico di informazioni fiscali, previsto dalla Direttiva 2011/16/UE, consente agli Stati membri di trasmettere reciprocamente i dati rilevanti ai fini fiscali. Tale sistema, ulteriormente rafforzato dalla Direttiva 2014/107/UE, obbliga i Paesi in cui è ancora in vigore il segreto bancario ad aderire alla trasparenza e a non ostacolare la trasmissione dei dati.
Oltre all’Europa, l’Italia intrattiene accordi fiscali bilaterali con Paesi extra UE, tra cui gli Stati Uniti, grazie all’accordo FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act), e con altri Stati come Svizzera, San Marino, Liechtenstein e Principato di Monaco, storicamente noti per la riservatezza bancaria.
L’OCSE ha oltremodo promosso la convenzione MCAA (Common Reporting Standard) che ha esteso lo scambio automatico di informazioni a livello globale. Una svolta per contribuire alla lotta dell’evasione fiscale italiana e internazionale, rendendola difficoltosa.
Le sanzioni, ad oggi salvo aggiornamenti, per coloro che omettono il monitoraggio fiscale possono essere pesanti:
- dal 3% al 15% dell’importo non dichiarato per i conti situati in Paesi che collaborano con il Fisco italiano;
- dal 6% al 30% se i fondi sono detenuti in Stati considerati non collaborativi (ex paradisi fiscali).
Si aggiungono interessi e, nei casi più gravi, sanzioni penali per la dichiarazione infedele o l’evasione fiscale.
Obblighi fiscali per un conto trading estero
È indubbio che detenere un conto trading estero implichi una gestione fiscale maggiormente complessa, in particolar modo nel momento in cui il contribuente diventa sostituto di sé stesso (per tale motivo è preferibile aprire un conto presso un intermediario italiano).
Ogni anno, oltre a compilare i quadri sopra citati del Modello Redditi, è richiesto di:
- conservare e tradurre eventuali documenti contabili in lingua straniera;
- tenere traccia delle date di acquisto e vendita dei titoli;
- calcolare l’imposta IVAFE;
- provvedere al pagamento delle imposte tramite modello F24.
Come anticipato è fortemente consigliato rivolgersi a un commercialista o a un consulente esperto in fiscalità internazionale, per evitare errori che potrebbero portare a sanzioni.
Quali sono i vantaggi del conto estero di trading?
Aprire un conto di questo tipo offre molteplici vantaggi per coloro che operano sui mercati internazionali. Tra questi, i più importanti sono rappresentati da:
- una maggiore varietà di strumenti finanziari che offrono prodotti finanziari di alto profilo;
- le piattaforme tecnologicamente avanzate attraverso degli strumenti di analisi, i grafici e le funzionalità pensate dai trader esperti;
- delle commissioni contenute, rendendo il trading conveniente sul lungo periodo;
- la possibilità di diversificare la residenza fiscale dei capitali nel pieno rispetto delle normative vigenti.
I vantaggi di cui sopra possono avere un risvolto negativo se si omette la corretta dichiarazione al Fisco.