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Comprare casa diventa pericoloso, potresti pagare un sacco di soldi e scoprire di non essere il proprietario

E’ davvero possibile acquistare un immobile e abitarlo per un decennio prima di scoprire di non esserne il legittimo proprietario?

Secondo quanto esposto nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ogni persona ha diritto ad un’abitazione per mantenere un ‘tenore di vita sufficiente a garantire il benessere proprio’. Possedere una casa è dunque un diritto inalienabile di ciascun essere umano.

In caso di difficoltà dovrebbe essere lo stesso Stato a fornire un concreto aiuto ai soggetti che versano in situazioni di precarietà e difficoltà, garantendo un luogo dove ripararsi, che sia facilmente accessibile ed evitando che il crescente aumento degli affitti possa logorare ulteriormente la loro situazione economica.

Nel concreto, uno degli esempi è garantito dalle case popolari, immobili di proprietà pubblica che vengono assegnati ai soggetti o agli interi nuclei il cui reddito è inferiore ad un certo limite. I soggetti che beneficiano di tale soluzione abitativa dovranno versare una spesa di affitto nettamente agevolata rispetto alla norma.

Per potervi accedere è necessario proseguire un iter ben preciso, oltre che poter dimostrare di soddisfare determinati requisiti. Ma anche se può sembrare davvero impensabile, ci sono dei casi in cui durante il passaggio di proprietà un’informazione errata o confusa può mutare totalmente la regolare compravendita di un’abitazione.

Cosa è accaduto?

A Livorno è avvenuto un episodio che ha dell’incredibile. Un uomo ha acquistato circa dieci anni fa un appartamento di proprietà del Comune, gestito dalla Casalp (Casa Livorno e Provincia). Come da procedura, dopo la stipula degli atti per completare la compravendita gli stessi vengono firmati dal notaio ed il passaggio di proprietà dell’abitazione diviene effettivo. La famiglia Canziani trascorre più o meno una decade presso la palazzina sita in via Lunardi numero 7, fino a quando la surreale scoperta viene a galla. Rossano Canziani, figlio dell’uomo che aveva acquisito l’abitazione, il signor Walter, ha raccontato in prima persona quanto accaduto.

Tutto ha inizio quando la famiglia decide di effettuare lavori di ristrutturazione in casa; durante questa fase nasce un contenzioso con il tecnico, che sosteneva che l’abitazione dei Canziani possedesse un balcone largo 7 metri quadri, come indicato sulla carta; in realtà l’area ne misurava 3 e presto si sarebbe scoperto perché non era possibile riscontrare tale corrispondenza. A causa di una confusione avvenuta con gli atti, a Walter Canziani era stato venduto un immobile che non corrispondeva a quello in cui lui e la sua famiglia avevano abitato sino ad allora, bensì l’appartamento situato di fianco.

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Il problema non trova ancora una soluzione

L’erede del signor Canziani, Rossano, ha espresso il suo disappunto nel vedere come oltre due anni dopo la scoperta nessuno sia ancora riuscito a correggere l’errore. L’uomo, affiancato dal suo legale, ha affermato di aver esposto il problema sia all’indirizzo del Comune di Livorno, sia alla Casalp, senza ricevere nessuna significativa risposta. Canziani si è inoltre detto amareggiato per aver condotto dei lavori di ristrutturazione, con alla base sostanziosi investimenti, per un appartamento di cui non è nemmeno proprietario; la casa che gli spetterebbe, secondo quanto indicato dalle carte, non presenta, invece, nemmeno l’impianto di riscaldamento e idraulico.

La risposta profondamente invocata è finalmente arrivata, proprio da parte del presidente della Casalp, intervenuto per spiegare come in Comune sia stata firmata una procura all’organo per permettere di inserire negli atti ufficiali il subalterno corretto. Basterà poi una firma del notaio e la situazione potrà finalmente dirsi conclusa.

Roberto Toob

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