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Maternità anticipata, ecco tutto quello che c’è da sapere sul congedo

In alcune occasioni le dipendenti che hanno intrapreso una gravidanza possono richiedere la maternità anticipata per legge. Vediamo di capire come funziona.

Situazioni come il lavoro o le gravidanze a rischio possono permettere alle madri dipendenti di richiedere la maternità anticipata. La madre quindi può fare appello a questo diritto garantito per legge, anticipando la maternità e astenersi dal lavoro durante i primi mesi di gravidanza.

Infatti la dipendente che hanno intrapreso una gravidanza può avvalersi dell’astensione anticipata dal lavoro, anche prima dei normali termini obbligatori previsti per legge. In generale la maternità anticipata è disposta dall’ASL quando ci si trova in una situazione di gravidanza a rischio.

È invece l’Ispettorato del Lavoro a deciderla quando sono presenti particolari condizioni dell’ambiente lavorativo o quando le caratteristiche del lavoro e dell’attività svolta possono compromettere le condizioni della futura madre. Vediamo quindi come funziona la maternità anticipata e come richiederla.

Quando richiedere la maternità anticipata

La maternità anticipata è un congedo che inizia prima dei normali termini previsti dalla maternità obbligatoria. In genere è richiesta in seguito a:

  • Complicanze dovute alla gravidanza o a forme patologiche persistenti che possono aggravare e mettere a rischio la gravidanza stessa
  • Condizioni di lavoro che possono incidere negativamente sulla salute della donna o del bambino
  • Attività lavorative che possono esporre la lavoratrice a rischi per la salute e la sicurezza, che però non può essere assegnata ad un’altra mansione

Motivi della maternità anticipata

La maternità anticipata prevede una sospensione, appunto anticipata, dal proprio lavoro e può essere decisa sia dall’Ispettorato del Lavoro che dall’ASL. Nel primo caso ci troviamo in una situazione in cui la gravidanza è a rischio o per complicazioni o quando sono presenti condizioni di lavoro o ambientali pregiudizievoli.

Si tratta di situazioni dove la lavoratrice svolge un’attività pericolosa, faticosa o non sana. In altri casi a intervenire è direttamente l’ASL di riferimento, soprattutto quando ci sono gravi complicazioni della gestazione o persistenti forme morbose o malattie. Sarà la stessa lavoratrice ad inoltrare la domanda all’ASL.

In generale l’ASL ha sette giorni di tempo dalla presentazione della domanda per pronunciarsi in merito. Passato questo periodo vale il silenzio assenso. In caso di diniego, è necessario comunicarne i motivi alla lavoratrice.

Quest’ultima entro i dieci giorni successivi può presentare ulteriori documenti e osservazioni. Quando sono la dipendente o l’azienda a chiedere l’interdizione dal lavoro è necessario presentare all’Ispettorato del Lavoro una dichiarazione del datore di lavoro.

Nel documento dovrà risultare l’impossibilità di adibire la lavoratrice ad altre mansioni.

Quando inizia il congedo

Fonte Foto: https://pixabay.com/it/photos/pancia-del-bambino-incinta-3601838/

Ma esattamente quando inizia il congedo. Se è l’ASL a predisporre la maternità anticipata, questa partirà dalla data di inizio dell’astensione dal lavoro. La data sarà decisa prendendo in considerazione il Libro unico del lavoro e il certificato medico rilasciato alla dipendente.

L’assenza non può pertanto decorrere da una data antecedente rispetto a quella di rilascio del certificato dell’ASL. Al contrario, quando è l’Ispettorato del Lavoro a disporre la maternità anticipata, questa inizia dalla data del relativo provvedimento. Tuttavia possono esserci casi in cui l’astensione dal lavoro è immediata.

Indennità relativa alla maternità

Nel periodo in cui è valida la maternità anticipata alla dipendente spetta un’indennità che è a completo carico dell’INPS e che copre i periodo di assenza. L’indennità anticipata viene erogata dal datore in busta paga, l’azienda però la recupera direttamente dai contributi da versare all’INPS con il modello F24.

Esistono però delle occasioni in cui l’INPS concede l’indennità direttamente alla lavoratrice. In generale l’indennità è pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera, moltiplicata per il numero delle giornate indennizzabili.

Sono coperte da indennità tutte le giornate ad esclusione di:

  • festività e domeniche (per gli operai);
  • giorni festivi che cadono di domenica (per gli impiegati).

Fonte Foto:
https://pixabay.com/it/photos/pancia-del-bambino-incinta-3601838/

Davide Marroccoli

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