Fonte Foto: https://www.facebook.com/huawei/
Meng Wanzhou è nata nel 1972 a Chengdu, in Cina, ed è la figlia di Ren Zhengfei e della sua prima moglie, Meng Jun. A 16 anni, la ragazza decise di cambiare cognome, adottando quello della madre.
Dopo aver lavorato per la China Construction Bank, nel 1998 ha cominciato come segretaria presso la Huawei, la compagnia di telefonia creata da suo padre. In seguito, all’interno dell’azienda ha ricoperto numerosi ruoli, fra i quali direttrice dell’amministrazione internazionale, direttrice finanziaria della filiale di Hong Kong e direttrice del dipartimento della contabilità.
Nel 2011, la Huawei aveva incluso la Meng nella sua lista di executive, come direttrice finanziaria. A marzo 2018, inoltre, la donna era stata nominata vice presidentessa del consiglio di amministrazione insieme ad altre 4 persone. Alcuni hanno affermato che la Meng sta facendo carriera per poi ereditare l’azienda dal padre, che ha però già affermato di non aver intenzione di passare il controllo della Huawei ai suoi figli.
La Huawei è una società cinese impegnata nel settore delle telecomunicazioni. È stata fondata nel 1987 a Shenzhen, in Cina, in un periodo in cui il governo cinese importava tutte le tecnologie per le telecomunicazioni dall’estero. Il fondatore dell’azienda, Ren Zhengfei, sperava di costruire una compagnia di telecomunicazioni domestica che avrebbe potuto competere e, in un secondo momento, sostituire la concorrenza estera.
L’azienda è attiva in Italia dal 2004 e ha sedi a Milano e Roma. Il nome “Huawei” può essere tradotto letteralmente come “atto magnifico” o “fare alla cinese”, ma non esistono dichiarazioni ufficiali in merito all’interpretazione dei caratteri cinesi che compongo il nome del brand. La Huawei è ormai nota anche con il nome di “Apple cinese”.
L’1 dicembre 2018, durante uno scalo aereo a Vancouver, in Canada, la polizia canadese aveva arrestato la Meng su richiesta del governo degli Stati Uniti, che sta cercando di estradarla. Inizialmente le cause del suo arresto non erano chiare, ma in un secondo momento le autorità hanno comunicato che la donna avrebbe violato le sanzioni statunitensi contro l’Iran.
Secondo l’accusa canadese, la Meng avrebbe truffato numerose istituzioni internazionali. Il mandato d’arresto si basa su alcune accuse relative a una cospirazione per truffare delle banche che avrebbero garantito del denaro per la Huawei. In realtà, tali somme erano destinate alla Skycom, un ente controllato interamente dall’agenzia cinese. Tale agenzia avrebbe contatti con l’Iran, nonostante gli Stati Uniti abbiano imposto una serie di sanzioni sul Paese dopo essersi ritirati dal patto sul nucleare del 2015.
Se il governo americano deciderà di estradare la donna, la Meng potrebbe dover scontare una pena pari a 30 anni di carcere per ogni accusa. La Cina ha criticato fortemente l’arresto della Meng. Pechino ha chiesto a Canada e Stati Uniti di chiarire le accuse e di liberare immediatamente la donna, minacciando altrimenti gravi conseguenze.
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