Calcolatrice
La cessione del quinto dello stipendio rappresenta un prestito non finalizzato a un acquisto specifico e permette al richiedente di rimborsarlo mediante trattenute sullo stipendio e/o sulla pensione. Ecco come funziona e quali sono i pro e i contro di questa tipologia di cessione di denaro.
La cessione del quinto dello stipendio o della pensione permette al richiedente di ottenere un prestito e di onorarlo attraverso trattenute dirette sul proprio salario o sull’assegno pensionistico. L’erogazione di tale denaro non è vincolata all’acquisto di un bene o servizio specifici, come un’auto o un immobile.
Le rate mensili sono pari al quinto del proprio salario o della pensione netti mensili. Da qui, appunto, deriva la denominazione di questa particolare forma di finanziamento.
A questa tipologia di prestito possono accedere sia i dipendenti pubblici che quelli privati che siano in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e una determinata anzianità lavorativa. Per quel che concerne i pensionati, invece, l’età stabilita per l’ottenimento di tale finanziamento è massimo 85 anni.
La cessione del quinto dello stipendio e/o della pensione può essere richiesta, senza particolari intoppi, in quanto la garanzia di pagamento è legata al salario o all’assegno di pensione.
Pertanto, vi possono accedere anche coloro che sono stati schedati come “cattivi pagatori“, in quanto la rata mensile sarà scalata in automatico dalle somme percepite. Accessibile, inoltre, anche dai lavoratori o pensionati che hanno già prestiti in essere.
La richiesta di finanziamento, però, deve essere elaborata in base al massimo finanziabile attraverso questa forma di prestito. Pertanto, va calcolata la rata mensile, che avrà un tasso fisso per l’intera durata del prestito.
Il calcolo, dunque, va effettuato in base allo stipendio netto e lo stesso vale anche per la pensione. Per effettuare questa operazione, bisogna necessariamente partire dal reddito annuo lordo che si percepisce.
Per fare ciò, ci si può avvalere di una formula matematica che prevede i seguenti passaggi: moltiplicazione della paga orario per il numero di ore di lavoro svolte mensilmente e le mensilità, che variano a seconda dei casi, in base al proprio contratto di lavoro e che possono essere 12,13 o 14. Il tutto, poi, va diviso per 12 ossia il numero dei mesi che compongono un anno.
Alla somma ottenuta, andrà sottratta l’aliquota fiscale, che funge da tassazione sul lordo visibile in busta paga. Tale risultato va diviso per dodici al fine di ottenere il reddito mensile netto che, a sua volta, va diviso per cinque per ottenere la rata mensile.
Bisogna tener conto che l’importo sarà maggiorato del TAEG che include il Tan e i costi accessori, tra i quali un’assicurazione obbligatoria, che interviene nel momento in cui il lavoratore perde il proprio impiego o in caso di decesso.
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