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La frontiera balcanica in crescita economica richiama l’imprenditoria occidentale

Da diversi anni a questa parte i Balcani occidentali si sono trasformati in una delle frontiere più promettenti per l’espansione imprenditoriale europea e, in essa, italiana.

L’Albania, in particolare, emerge come destinazione privilegiata per le aziende occidentali grazie a una combinazione di fattori che difficilmente si può trovare altrove. La crescita economica costante, la bassa tassazione, la facilità di aprire una partita IVA in Albania, e ancora la manodopera qualificata a costi competitivi e una posizione geografica strategica che facilita l’accesso ai mercati regionali ed europei.

La stabilità macroeconomica raggiunta dal Paese rappresenta peraltro un elemento non certo sottovalutabile per attrarre nuovi investimenti da tutto il mondo. Con un PIL che veleggia verso i 20 miliardi di dollari e una crescita superiore a quella di molte altre nazioni della macrozona, l’Albania dimostra una capacità di spinta notevole nonostante le incertezze globali a cui anche questo Paese è evidentemente sottoposto. Le previsioni della Banca Mondiale confermano questa tendenza positiva, indicando una crescita del 3,2% per il 2025 e del 3,1% per il 2026, trainata principalmente dai consumi interni, dagli investimenti e dal settore turistico in espansione.

L’Italia guida gli investimenti in Albania

In questo contesto, un cenno di approfondimento è certamente attribuibile al rapporto privilegiato tra Italia e Albania, che costituisce un caso esemplare di integrazione economica transfrontaliera. L’Italia si conferma infatti il principale partner commerciale albanese, essendo la destinazione del 43,9% delle esportazioni del Paese balcanico e il primo fornitore con un quarto delle importazioni totali. Un interscambio commerciale di circa 3,6 miliardi di euro continua a testimoniare la solidità di questa partnership economica.

La presenza imprenditoriale italiana in Albania è particolarmente significativa, con circa 2.675 imprese a partecipazione italiana attualmente operative nel Paese: un dato statistico davvero molto importante, che posiziona l’Italia come primo Paese straniero in Albania per numero di aziende straniere attive. Le imprese italiane che operano in Albania sono prevalentemente di piccole e medie dimensioni, e sono attive nei settori dell’edilizia, dell’energia e dell’agroalimentare, con la presenza anche di alcuni gruppi industriali di maggiori dimensioni nei comparti energetici e infrastrutturali.

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Quali settori trainano l’economia dell’Albania

L’economia albanese presenta diversi settori ad alto potenziale di sviluppo che attirano l’interesse degli investitori occidentali e, tra di essi, delle imprese italiane. 

Il settore tessile rappresenta per esempio la quota maggiore delle esportazioni italiane verso l’Albania, con il 27,5% del totale, seguito dal comparto agroalimentare con il 13,6%: un settore che beneficia dei profondi legami storico-culturali tra i due Paesi, che hanno favorito una significativa diffusione dei prodotti italiani nel mercato albanese.

Ricordiamo inoltre che il governo albanese ha introdotto importanti incentivi fiscali per stimolare gli investimenti in settori strategici. Tra le misure più significative vi sono la riduzione dell’IVA al 6% per i servizi pubblicitari audiovisivi, l’abbattimento del 10% sull’IVA per la fornitura di autobus elettrici e l’esenzione IVA per le importazioni di macchinari agricoli e materie prime farmaceutiche. 

Il Piano di crescita europeo per i Balcani

Ricordiamo infine che l’Unione Europea ha ulteriormente dimostrato il proprio impegno verso la regione balcanica attraverso il Piano di crescita per i Balcani occidentali, un investimento strategico da 6 miliardi di euro per il periodo 2024-2027. Lo strumento finanziario, basato su quattro pilastri fondamentali, ha come finalità quella di ridurre il divario economico e sociale tra l’Unione e i Paesi balcanici, favorendo l’integrazione anche prima dell’adesione formale del Paese nella macroarea economica.

L’Albania ha già ottenuto l’approvazione della propria Agenda di riforma, posizionandosi per ricevere 922 milioni di euro dal pacchetto complessivo e approfittando di fatto di un piano che prevede l’integrazione economica nel Mercato unico europeo in sette settori chiave, dallo sviluppo del mercato regionale comune al sostegno delle riforme strutturali necessarie per l’adesione all’UE.

Motivi che confermano l’attrattività del Paese nei confronti degli investitori stranieri e che potrebbero pertanto divenire decisivi per convincere nuovi imprenditori italiani a valutare favorevolmente l’evoluzione dei propri business nell’area balcanica.

Team Redazione

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