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Assegno di Inclusione, è retroattivo? Oppure perdo tutto subito?

Come evitare di perdere l’Assegno di Inclusione, tenendo conto di tutte le regole previste dall’INPS e delle scadenze ottemperate

L’Assegno di Inclusione rappresenta un supporto significativo per le famiglie. Diversamente dall’ RDC, esso riguarda soprattutto nuclei familiari in estrema difficoltà, con un Indice della Situazione Economica Equivalente (ISEE) inferiore a 9. 360 euro, e che includano nella propria famiglia una persona con disabilità, un minorenne, un individuo di età superiore ai sessanta anni, oppure una persona assistita dai servizi sociali.

Tuttavia l’ottenimento di tale beneficio richiede un’attenzione particolare alle procedure e alle scadenze previste.

Come stiamo avendo modo di capire quindi, non è sufficiente inviare la domanda e attendere l’erogazione dell’aiuto. Esistono diversi passaggi che devono essere compiuti entro termini precisi; il mancato rispetto di tali scadenze potrebbe comportare la perdita del beneficio.

Questo sostegno ha il potenziale di apportare un cambiamento significativo nella vita di molte famiglie. Andiamo quindi ad approfondire la questione, con l’obiettivo di chiarire al meglio quali sono i passaggi da tenere in modo da non perdere il beneficio.

I primi step per l’ADI

Il primo passo per richiedere l’assegno di inclusione è piuttosto chiaro: è necessario presentare la domanda attraverso il sito dell’INPS. A tal fine, è possibile utilizzare il proprio SPID, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

In alternativa, si può fare richiesta presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) o i patronati, i quali forniranno assistenza per l’invio della richiesta. Tuttavia, è importante notare che, per poter ottenere il beneficio, è indispensabile firmare un passaggio fondamentale, noto come Patto di Attivazione Digitale (PAD nucleo).

Uomo senza soldi (pixabay.com) – www.economiafinanzaonline.it

Gli obblighi dei richiedenti

Una volta completata tale procedura, sarà necessario seguire un percorso delineato dal servizio sociale del Comune di appartenenza. Questo percorso è concepito per soddisfare le esigenze specifiche del nucleo familiare in questione. Inoltre, è fondamentale integrare il percorso stabilito con incontri da tenere entro 120 giorni dalla firma del Patto.

Se il beneficiario non si presenta agli incontri previsti (ogni 90 giorni, se non è in grado di lavorare), c’è il rischio di perdere il beneficio, con possibile decadenza definitiva dell’assegno. Ci preme sottolineare questo ulteriormente: non presentarsi senza un valido motivo, comporta effettivamente e concretamente il rischio di perdere integralmente il beneficio. Non si tratta unicamente di sospensioni temporanee; in numerosi casi, si può arrivare alla decadenza definitiva del beneficio stesso. In conclusione, è necessario seguire attentamente e tassativamente tutte le scadenze e le procedure per non perdere il sostegno economico.

Roberto Toob

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