Assegno di Inclusione, se fai questi errori, l'INPS può riprenderselo-economiafinanzaonline.it
Assegno di Inclusione, è importante fare grande attenzione a non commettere errori, altrimenti si rischia di perdere il beneficio.
Quando si ottiene un bonus o altra misura da parte dello Stato, ci sono delle regole da rispettare, altrimenti si può rischiare di perderlo. Viviamo in un periodo storico di rincari e inflazione, e per molte famiglie, non è semplice gestire il proprio quadro economico.
Spesso ciò che si percepisce non è sufficiente, e c’è chi in famiglia ha disoccupati, persone con disabilità e problemi di vario genere. In questo contesto, c’è necessità di un aiuto ed è per questo che lo Stato ha introdotto l’AdI, ossia l’Assegno di Inclusione.
Stiamo parlando di un incentivo introdotto dal Governo per contrastare povertà, esclusione sociale, e aiutare i più fragili. Si tratta di una soluzione che sostituisce il vecchio Reddito di Cittadinanza. E proprio come il suddetto Reddito, è una misura caratterizzata da regole stringenti, che se non rispettate possono portare alla revoca del beneficio.
Per poter accedere a questo beneficio, bisogna che in famiglia vi sia uno dei seguenti status, ossia avere assistere una persona disabile, oppure avere in casa un minore, o una persona con almeno 60 anni di età, o infine, una persona sottoposta a servizi socio sanitari del territorio.
L’Assegno di Inclusione può essere revocato, se si commettono degli errori importanti. Ma quali sono i possibili errori che comporterebbero una revoca?
Si può perdere l’AdI se non si partecipa alle politiche attive. Questo significa che non ci si presenta ai servizi sociali entro 4 mesi da quanto si è firmato il Patto, non si risponde alle convocazioni e non si adduce una giustificazione valida. Si perde l’AdI se ci si rifiuta di firmare il Patto di Inclusione o servizio personalizzato e anche se non si frequentano i corsi di formazione, come da accordi.
È possibile vedersi revocato il beneficio anche se non si comunica all’INPS l’inizio di un nuovo impiego entro 30 giorni se è lavoro da dipendente e un giorno prima se si tratta di lavoro autonomo. Naturalmente, se si lavora in nero, si perde il beneficio.
Si perdono i requisiti per percepire l’Assegno di Inclusione anche se si oltrepassano le soglie patrimoniali o di reddito ISEE e se non si comunicano entro 15 giorni, cambiamenti che influiscono sui requisiti per ottenere l’incentivo.
È fondamentale comunicare, inoltre, pena esclusione dall’AdI, se un membro della famiglia esce o si aggiunge alla DSU ai fini ISEE. La comunicazione va inoltrata entro 30 giorni. Bisogna far sapere se c’è un familiare detenuto o ricoverato in struttura a carico statale, e se non lo si fa entro 15 giorni, si viene esclusi dall’AdI. Bisogna informare anche di dimissioni volontaria da lavoro.
Altro motivo di esclusione dall’AdI è omettere informazioni o dare info errate. Se non si comunicano subito all’INPS cambiamenti reddituali, di lavoro o di composizione in famiglia, l’assegno è revocato. Lo stesso, se si dichiara il falso o se si commettono errori.
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