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APY e APR, cosa sono e come si calcolano

Per muoversi al meglio nel mondo della finanza e delle monete digitali è bene conoscere e comprendere i termini APY e APR.

I termini APY e APR definiscono due concetti che fanno parte del mondo della finanza e dei profitti derivanti dalle criptovalute. La loro comprensione per un investitore si rileva di fondamentale importanza per poter raggiungere una maggiore consapevolezza con cui potersi muovere in modo efficiente ed autonomo nel settore delle monete digitali. Vediamo quindi di scoprire cosa rappresentano i termini APY, Annual Percentage Yield, e APR, Annual Percentage Rate, cosa trattano, quali sono le differenze tra i due e come si possono calcolare.

Calcolo e differenze tra APY e APR

L’acronimo APY indica l’Annual Percentage Yield, il ritorno annuale di un investimento. Il dato comprende l’interesse composto, a supporto della crescita dell’investimento in modo significativo, attraverso il rinnovo dell’investimento degli interessi accumulati nel fondo di investimento dell’investitore. Più questo valore risulta maggiore della frequenza di erogazione dell’interesse composto, più si incrementa il guadagno sull’investimento fatto. L’acronimo APR, Annual Percentage Rate rappresenta invece il tasso percentuale annuo, il tasso di interesse semplice per un anno. Questa variabile infatti dipende unicamente dal valore dell’investimento iniziale e non comprende, altri fattori, quali il calcolo dell’interesse composto.

soldi

Quindi, mentre l’APY si riferisce al rendimento annuo percentuale ed incide sulla frequenza con cui l’interesse viene applicato all’investimento, l’APR invece no. Perchè non tiene conto dell’interesse composto, e rappresenta solo il tasso d’interesse pagato per l’investimento. Per calcolare l’APY è necessario usufruire della formula (1 + r / n) n – 1, in cui la lettera r indica il tasso del periodo e la lettera n il numero di periodi di composizione. L’APR si può calcolare senza formule, non comprendendo i guadagni generati su lungo periodo nel tempo. Sufficiente infatti moltiplicare il tasso di interesse per il numero di periodi di un anno.

Silvia Curletto

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