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Il lockdown continua a mostrare i suoi effetti sull’economia, tanto che il PIL italiano potrebbe crollare del 18%. Ma la situazione è grave anche in altri paesi dell’Eurozona.
Infatti durante il primo mese di chiusura totale, ovvero marzo, il Prodotto Interno Lordo di molti paesi è calato. Non ha fatto eccezione l’Italia e visto l’andamento, secondo gli esperti è del tutto ipotizzabile una perdita di almeno 10 punti percentuale.
A sostegno di questa tesi, supportata anche da Giancarlo Marcotti, ci sarebbe una previsione effettuata dall’azienda di consulenze Prometeia. Secondo questa stima l’economia, e quindi il PIL italiano, sarebbe stata tra le realtà più colpite dalla crisi provocata dal Coronavirus.
La situazione italiana è stata illustrata da molti esperti e dallo stesso governatore della Banca d’Italia, il quale ha indicato un calo del PIL di 13 punti percentuale. Si tratta però di una visione più che ottimistica e per alcuni esperti il calo potrebbe arrivare anche al 15%, se non addirittura il 18.
Questo calo è dovuto principalmente all’inattività dei molti esercizi commerciali e punti vendita. Questi infatti sono stati costretti alla chiusura a causa del lockdown e ora, nonostante la riapertura, la situazione per alcune categorie potrebbe non migliorare.
Alcuni segmenti di mercato potrebbero anche entrare definitivamente in crisi e non riprendersi mai. In ogni caso per poter avere una visione completa della situazione è più indicato aspettare almeno fino alla seconda metà dell’anno.
Solo in quel momento potrebbero esserci dei piccoli segni di ripresa, sintomo che la crisi inizia ad essere superata e il Prodotto Interno Lordo tornerebbe a salire.
Il calo del PIL è quindi una problematica che non si limita al mercato italiano, ma rappresenta l’andamento di molti sistemi economici europei.
Infatti il Fondo Economico Internazionale fa sapere che anche se il calo di PIL maggiore è stato quello italiano, anche altri paesi hanno subito il colpo dell’emergenza Coronavirus. Nello specifico la Germania con – 8%, – 10% Francia e – 15% Spagna.
In ogni caso gli esperti si dicono preoccupati perché alcuni settori continueranno ad essere messi alla prova durante i prossimi mesi. Se turismo e ristorazione potrebbero parzialmente ripartire lo stesso non si può dire per lo spettacolo.
I lavoratori di questa categoria hanno praticamente perso un anno e il calo in questo caso potrebbe essere molto più del 18%. È necessario prendere provvedimenti a livello europeo, perché il futuro economico di molti paesi dell’Eurozona non sembra essere roseo.
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