
Crocodilus: il malware che svuota i conti bancari Android www.economiafinanzaonline.it
Negli ultimi mesi, la truffa Crocodilus ha destato allarme tra gli utenti di dispositivi Android a livello globale, Italia compresa.
Questo malware bancario, particolarmente sofisticato, è riuscito a eludere le protezioni tradizionali messe a punto da Google, mettendo a rischio dati personali, credenziali bancarie e fondi digitali. Le autorità di sicurezza informatica segnalano che la sua diffusione, iniziata in Turchia tra possessori di criptovalute, si è rapidamente estesa coinvolgendo anche altri Paesi europei.
Crocodilus è un malware progettato specificamente per colpire smartphone Android di fascia alta, sfruttando la maggiore libertà del sistema operativo che, se da un lato garantisce flessibilità agli utenti, dall’altro espone a rischi più elevati rispetto ad altri ecosistemi. La sua peculiarità risiede nella capacità di operare in modo silenzioso e invisibile: una volta installato, il malware prende il controllo completo del dispositivo, accedendo a messaggi, password, dati sensibili e credenziali bancarie.
Un aspetto particolarmente insidioso di Crocodilus è la sua strategia di creare contatti falsi all’interno della rubrica del telefono, ma salvati esclusivamente nella memoria interna e non sincronizzati con il cloud o l’account Google. Questo trucco gli consente di passare inosservato anche agli utenti più esperti e alle tradizionali misure di sicurezza. Utilizzando questi contatti fittizi, il malware lancia attacchi mirati, intercettando informazioni e manipolando le comunicazioni per sottrarre dati e denaro.
L’origine dei primi casi accertati risale a marzo 2025, con una concentrazione iniziale in Turchia, dove la diffusione ha coinvolto principalmente possessori di criptovalute. Nel giro di pochi mesi, Crocodilus ha ampliato drasticamente il proprio raggio d’azione, diventando una minaccia concreta anche in Italia e in altri Stati europei.
Modus operandi e diffusione: come entra Crocodilus nel telefono
La porta d’ingresso principale di questo malware sono le app installate al di fuori del Google Play Store. Crocodilus si annida infatti in applicazioni distribuite tramite store digitali non ufficiali o scaricate da siti web poco affidabili. Spesso l’utente, ignaro del pericolo, autorizza inconsapevolmente l’installazione, attratto da versioni gratuite di app a pagamento, aggiornamenti non ufficiali o funzionalità particolari.
Da quel momento, il malware si attiva in background, senza notifiche né segnali visibili, cominciando a raccogliere informazioni e a scaricare ulteriori software malevoli. Può replicarsi su altri dispositivi connessi e persino salvare account per mantenere l’accesso permanente, trasformandosi in una vera e propria porta d’ingresso per il furto di dati e di risorse finanziarie.
Le app scaricate da fonti alternative rappresentano dunque il principale veicolo di contagio. È proprio su questa vulnerabilità che si basa la truffa Crocodilus, che sfrutta la scarsa attenzione degli utenti alle origini delle applicazioni e alla sicurezza delle fonti.

Per contrastare efficacemente Crocodilus, è fondamentale adottare alcune precauzioni specifiche e mantenere alta la guardia. Il primo e più importante consiglio è evitare rigorosamente il download di app da store terzi o siti non ufficiali. Anche se non completamente esenti da rischi, le applicazioni presenti su Google Play Store sono sottoposte a controlli di sicurezza più severi e aggiornati.
Inoltre, è cruciale non cliccare mai su link sospetti, soprattutto se ricevuti tramite messaggi da numeri o contatti sconosciuti. Basterebbe un singolo clic per avviare l’installazione di software pericolosi che compromettono l’integrità del sistema.
Google ha sviluppato il servizio Play Protect, che analizza costantemente le app installate e blocca comportamenti anomali. È necessario verificare che questa funzione sia sempre attiva e aggiornata. In parallelo, bisogna mantenere aggiornati sia il sistema operativo del telefono che tutte le applicazioni installate, poiché le patch di sicurezza più recenti correggono vulnerabilità sfruttabili dai malware.