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Affitti brevi, game over: la mossa del Governo mette in fuorigioco migliaia di piccoli proprietari di casa

Affitti brevi, game over: le nuove normative del Governo stravolgono il settore, costringendo tanti proprietari a rivedere i contratti.

In questi ultimi anni, gli affitti brevi sono stati un vero fenomeno. Piattaforme come Airbnb e Booking hanno permesso a chiunque di mettere a reddito una stanza vuota o un intero appartamento. Un’opportunità che in tanti hanno colto al volo, trasformando le proprie case in piccoli business. I numeri parlano chiaro: le città italiane sono state invase da alloggi per turisti, un’alternativa più economica e spesso più comoda rispetto agli alberghi tradizionali. Insomma, sembrava una strada in discesa.

Ma, come succede spesso quando qualcosa cresce troppo velocemente, sono saltati fuori i primi problemi. Da una parte, la questione della sicurezza: non tutti gli alloggi rispettavano standard adeguati. Dall’altra, il peso che il turismo ha scaricato sulle città, con quartieri letteralmente trasformati in dormitori per viaggiatori e residenti sempre più insofferenti. Il governo non poteva più far finta di niente e ha deciso di intervenire, mettendo in campo nuove regole per riportare ordine.

Tra le novità, c’è l’introduzione del famoso Codice Identificativo Nazionale (CIN). Questo codice diventerà obbligatorio per ogni immobile affittato a breve termine, a partire dal 1° settembre 2024. Deve essere visibile, sia sulla porta di casa sia in ogni annuncio pubblicitario. L’obiettivo è chiarissimo: combattere l’evasione fiscale e identificare rapidamente gli immobili registrati. Una stretta che, se da un lato punta alla trasparenza, dall’altro aggiunge un bel carico burocratico per chi gestisce questi alloggi.

E non è solo una questione di codice. Le nuove regole includono anche una serie di obblighi per garantire la sicurezza. Ogni casa dovrà avere rilevatori di gas e monossido di carbonio funzionanti, oltre a estintori certificati. Non parliamo di optional, ma di requisiti obbligatori. Chi non si adegua rischia multe salate. Alla fine, quello che una volta sembrava un guadagno facile richiede ora tempo, soldi e molta attenzione.

Un settore che cambia volto

Questi cambiamenti non sono solo un fastidio burocratico: stravolgono il modo in cui si gestiscono gli affitti brevi. Il CIN, per esempio, è facile da ottenere, ma comporta comunque un iter che non tutti sono disposti a seguire. Poi c’è il capitolo delle chiavi: addio ai comodi key box che permettevano agli ospiti di entrare in casa senza incontrare il proprietario. Ora sarà obbligatorio il check-in di persona, per garantire che chi affitta sia davvero chi dice di essere. Una novità che potrebbe scoraggiare i gestori meno organizzati.

In più, tutti questi adeguamenti hanno un costo. Rilevatori, estintori, procedure più rigide: tutto pesa sulle tasche di chi affitta. Molti piccoli proprietari potrebbero decidere di lasciare il settore, mentre altri potrebbero aumentare le tariffe per compensare. I turisti, dal canto loro, avranno forse meno opzioni a disposizione, ma potranno contare su alloggi più sicuri e regolamentati. Qualcosa cambia per tutti.

affitto casa passaggio chiavi

Multe e sanzione per chi non rispetta le regole

E le conseguenze per chi ignora le nuove norme? Pesanti, c’è poco da girarci intorno. Non avere il CIN può costare dai 800 agli 8.000 euro di multa. Anche non esporlo come previsto comporta sanzioni che vanno dai 500 ai 5.000 euro. E se parliamo di sicurezza, i numeri non sono più leggeri: fino a 6.000 euro per ogni infrazione. Insomma, non c’è spazio per l’improvvisazione.

Per evitare problemi, chi lavora nel settore dovrà attrezzarsi. Affidarsi a consulenti o esperti nella gestione di affitti brevi può essere una buona soluzione per restare al passo. È chiaro che il business degli affitti brevi sta diventando più professionale. E anche se richiede più impegno e risorse, rimane un’opportunità interessante per chi sa adattarsi alle nuove regole. La pacchia è finita, ma per chi è disposto a rimboccarsi le maniche, il gioco continua.

Roberto Toob

Capace di trasformare concetti complessi in contenuti chiari e accessibili, adatti a un pubblico variegato.

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